Speranza, dati su riaperture del 18 solo a fine mese ‘Sulla loro base prenderemo decisioni da qui al 3 giugno’

Vediamo i dati giorno per giorno: abbiamo retto bene le aperture del 4 maggio ma poi ci sono state numerose altre aperture il 18 maggio. L’incubazione del virus  in media 7 giorni, quindi i dati veri per misurare cosa  avvenuto dal 18 maggio li vedremo solo a fine mese e solo quelli ci consentiranno davvero di capire cosa  avvenuto”. Lo ha detto su Sky il ministro della salute Roberto Speranza. “Analizzeremo questi dati e sulla loro base prenderemo le decisioni da qui al 3 giugno”.”Dobbiamo vedere bene i numeri perch i dati che vediamo oggi – ha detto Speranza – non ci consegnano la fotografia di ci˜ che  avvenuto dopo il 18 maggio ma dei contagi avvenuti tra il 4 e il 18 maggio. Quindi mentre noi possiamo garantire che abbiamo retto quelle aperture del 4 maggio, non possiamo ancora avere la stessa certezza per il periodo dopo il 18 maggio”. “E’ necessaria – ha aggiunto – ancora massima cautela ma  vero che i numeri con cui abbiamo a che fare sono molto piu contenuti: ieri 300 casi positivi ma a marzo ne abbiamo avuti 5mila. Oggi siamo in una fase un p˜ migliore in Italia con tutta la cautela possibile ma i numeri nel mondo sono ancora drammatici”. Alla fine “ci˜ che fa la differenza – ha concluso – continuano ad essere sono i comportamenti dei singoli”.”Dobbiamo vedere bene i numeri perch i dati che vediamo oggi – ha detto Speranza – non ci consegnano la fotografia di ci˜ che  avvenuto dopo il 18 maggio ma dei contagi avvenuti tra il 4 e il 18 maggio. Quindi mentre noi possiamo garantire che abbiamo retto quelle aperture del 4 maggio, non possiamo ancora avere la stessa certezza per il periodo dopo il 18 maggio”. “E’ necessaria – ha aggiunto – ancora massima cautela ma  vero che i numeri con cui abbiamo a che fare sono molto piu contenuti: ieri 300 casi positivi ma a marzo ne abbiamo avuti 5mila. Oggi siamo in una fase un p˜ migliore in Italia con tutta la cautela possibile ma i numeri nel mondo sono ancora drammatici”. Alla fine “ci˜ che fa la differenza – ha concluso – continuano ad essere sono i comportamenti dei singoli”.(ANSA).”

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