Landini: su green pass e vaccini la linea di Confindustria non sta in piedi

Il segretario generale torna a bocciare la posizione dell’associazione degli industriali che ipotizza sospensioni e licenziamenti per i non vaccinati: “Non sono gli imprenditori a poter stabilire un trattamento sanitario obbligatorio, valuterà il governo. Piuttosto si riparta dal rispetto dei protocolli per la sicurezza”

“Riportiamo a terra questa discussione. Evitiamo forzature e facciamo in modo che il tema vaccinazioni non venga utilizzato per fini politici o propagandistici”. Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ribadisce la sua posizione e torna a rispondere sull’ipotesi avanzata da Confindustria di sospendere, demansionare o licenziare chi è privo di green pass. Intervenuto nella trasmissione Rai Agorà il leader di Corso d’Italia ha dichiarato: “Penso che sia utile che le persone facciano il vaccino, io personalmente l’ho fatto, ma credo che forzature come quelle di Confindustria siano sbagliate perché non aiutano a risolvere il problema. Non è quella la strada per affrontare questa situazione che è del tutto nuova per tutti. Tra l’altro deve essere chiaro a chiunque che, come stabilisce la nostra Costituzione, un trattamento sanitario obbligatorio può essere disposto solo attraverso un provvedimento legislativo: non è quindi una materia in mano alle parti sociali. Se il governo valuta che esistono le condizioni per arrivare a un provvedimento di questa natura deve adottare una misura di legge e non c’è qualcuno che possa sostituirsi all’esecutivo”.

Sollecitato sulla recente ordinanza del tribunale di Modena che ha, invece, sposato la linea di Confindustria, Landini ha risposto con durezza: “Quella roba non sta in piedi. Non è un imprenditore che può decidere se il vaccino è un trattamento sanitario obbligatorio”. Piuttosto per il segretario Cgil occorre ripartire dai protocolli anti-covid “che stabiliscono determinate regole per poter lavorare in sicurezza anche perché non è che il vaccino di per sé risolve tutti i problemi che abbiamo di fronte. In altre parole non è che perché siamo vaccinati, c’è il liberi tutti e i problemi di distanziamento e mascherine sono finiti”. Tra l’altro commenta Landini “fare una guerra pro o contro i vaccini è una cosa assurda. Piuttosto è il momento di un’informazione corretta che metta le persone nelle condizioni di poter decidere intelligentemente e di superare i propri timori”. Allo stesso tempo va intavolata una discussione seria sia nei trasporti che nella scuola e in altri servizi che non limiti il tema della sicurezza solo alle vaccinazioni. “Affrontiamo la complessità dei temi con intelligenza – ha concluso Landini – E poi non dimentichiamo che c’è da riprendere e da discutere anche di politiche industriali, di investimenti e di giustizia sociale, di questioni che ad oggi restano aperte”.

Durante il suo intervento il segretario generale della Cgil ha commentato anche il confronto avuto ieri (27 luglio) con il ministro Andrea Orlando sul tema delle pensioni confermando che il sindacato aspetta risposte. Risposte che devono arrivare anche su riforma degli ammortizzatori sociali, riforma fiscale e sblocco dei licenziamenti, tutti temi sottoposti ancora una volta all’attenzione del governo, e sui quali Landini promette di essere pronto alla mobilitazione. da collettiva.it

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