‘O i brevetti o la vita’: domani click day per firmare ICE “Nessun profitto sulla pandemia”

Domani, in occasione della Giornata mondiale della salute, il Comitato Italiano della Campagna Europea Diritto alla Cura, promossa da oltre 90 organizzazioni tra cui la Cgil, con lo slogan ‘O i brevetti o la vita‘ torna a mobilitarsi con un click day per invitare quante più persone possibile a firmare l’Iniziativa dei Cittadini Europei “Tutti hanno diritto alla protezione da Covid 19. Nessun profitto sulla pandemia”. L’obiettivo dell’ICE è raccogliere 1 milione di firme per chiedere all’Ue di modificare gli accordi commerciali con una sospensione, almeno temporanea, dei brevetti dei vaccini.
“Lo sviluppo del vaccino contro il COVID-19 – si legge nella locandina della Cgil nazionale (in allegato) – ha richiesto miliardi di fondi pubblici. Nonostante i contribuenti abbiano pagato per la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci, a causa dei brevetti singole aziende hanno il controllo su questi prodotti, resi così inaccessibili a milioni di persone”.
“Fino ad oggi – sottolinea la Confederazione – l’accesso alla campagna vaccinale è stato caratterizzato da una inaccettabile disparità tra paesi ricchi e paesi poveri, con gravi conseguenze che vanno ben oltre l’iniquità. In un mondo globalizzato come quello in cui viviamo, lasciare indietro qualcuno significa restare indietro tutti”.
Per la Cgil e per gli altri soggetti promotori della Campagna “è fondamentale che l’accesso ai vaccini sia garantito a livello globale per evitare che ulteriori varianti del virus si sviluppino e vanifichino gli sforzi fatti finora. La salute è un diritto umano ed è tempo che sia un diritto per tutti”.
Domani, mercoledì 7 aprile, dalle ore 18 si terrà una diretta online sulla pagina Facebook italiana di Right2cure/DirittoallaCura, a cui, tra gli altri, parteciperanno con video o in presenza Giulia Anania, Stefano Bellotti “Cisco”, Daniele Biacchessi, Claudio Bisio, Dario Brunori “Brunori SaS”, Giulio Cavalli, Ascanio Celestini, Massimo Cirri, Comunità Officina, don Virginio Colmegna, Luigi Ferrajoli, Silvio Garattini, Ricky Gianco, Paolo Hendel, Germano Lanzoni, Maurizio Maggiani, Giovanna Marini, Paola Minaccioni, Moni Ovadia, Cochi Ponzoni, Marco Presta e Antonello Dose, David Riondino, Paolo Rossi, Marco Rovelli, Renato Sarti, Andrea Satta – Tetes de Bois, Monica Setta, Guido Silvestri (Lupo Alberto), Bebo Storti, Tiberio Timperi, Dario Vergassola, Sofia Viscardi.
Per maggiori informazioni noprofitonpandemic.eu

Per firmare l’iniziativa eci.ec.europa.eu
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Cgil Grosseto: Ferretti, «l’opinione pubblica si mobiliti per far sospendere i brevetti sui vaccini. Finanziati con una montagna di soldi pubblici, oggi vengono venduti solo a chi se li può permettere» Attori, cantanti e personaggi pubblici a sostegno della mobilitazione
Modificare gli accordi commerciali con una sospensione almeno temporanea dei brevetti sui vaccini, per consentire a chiunque nel mondo di potersi vaccinare contro il Covid.
È il senso del click day promosso mercoledì 7 aprile dal comitato italiano della campagna europea diritto alla cura, con l’obiettivo di firmare online l’iniziativa dei cittadini europei (Ice) “Nessun profitto sulla pandemia”. Un giorno di mobilitazione all’insegna dello slogan “O i brevetti o la vita”.
L’occasione è la Giornata mondiale della salute – 7 aprile – grazie alla mobilitazione delle oltre 90 organizzazioni, fra le quali la Cgil, che aderiscono al Comitato italiano della Campagna europea diritto alla cura. Il network che torna a mobilitarsi per invitare quante più persone possibile a sottoscrivere l’appello, con l’obiettivo di raggiungere almeno un milione di firme. «Lo sviluppo del vaccino contro il Covid-19 – chiarisce Andrea Ferretti, segretario della Camera del lavoro della Cgil – ha richiesto miliardi di fondi pubblici. Nonostante i contribuenti abbiano pagato per la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci, a causa dei brevetti singole aziende hanno il controllo su questi prodotti, resi così inaccessibili a milioni di persone. Fino ad oggi l’accesso alla campagna vaccinale è stato caratterizzato da una inaccettabile disparità tra Paesi ricchi e Paesi poveri, con gravi conseguenze che vanno ben oltre l’iniquità. In un mondo globalizzato come quello in cui viviamo, lasciare indietro qualcuno significa restare indietro tutti».
Per questo, secondo la Cgil e gli altri soggetti promotori della campagna «è fondamentale che l’accesso ai vaccini sia garantito a livello globale per evitare che ulteriori varianti del virus si sviluppino e vanifichino gli sforzi fatti finora. La salute è un diritto umano ed è tempo che sia un diritto per tutti»
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