Banche. Sindacati, esposto contro inaccettabile clima d’odio verso i bancari

I segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin Ð Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Giuliano Calcagni, Massimo Masi ed Emilio Contrasto Ð presentano un esposto a tutte le Procure della Repubblica in Italia, informando contestualmente il ministro dellÕInterno, Luciana Lamorgese, per denunciare il crescente e inaccettabile clima di odio contro il settore bancario e, in particolare, verso la categoria delle lavoratrici e dei lavoratori delle banche. ÇSi tratta di un clima di odio pericoloso che trae origine dalla necessitˆ di individuare a tutti i costi un colpevole per i ritardi che si stanno verificando in relazione al decreto liquiditˆ del governo e ai prestiti garantiti dallo Stato, che vengono erogati con alcune difficoltˆ mai imputabili alle lavoratrici e ai lavoratori bancari. Negli ultimi giorni, lÕattenzione di tutti i media su questo argomento  cresciuta sensibilmente e, peggio ancora, vengono diffuse e mandate in onda telefonate registrate con gli operatori bancari, con il solo becero obiettivo di dare la colpa a qualcuno. Se si verificheranno violenze fisiche gravi o, peggio, se ci ÒscapperˆÓ il morto, la colpa sarˆ sia di chi ha contribuito a scatenare questo clima dÕodio sia di chi fa cattiva informazioneÈ commentano Sileoni, Colombani, Calcagni, Masi e Contrasto. Nelle ultime settimane, la tensione nella rete delle filiali  cresciuta costantemente, con casi di violenze e aggressioni verbali, minacce, offese, insulti, soprusi, sputi. E poi vetrine prese a sassate, ruote delle autovetture bucate e perfino finti pacchi bomba. Da Bari a Torino, passando per le isole, nelle ultime settimane, assieme allÕesasperazione collettiva per lÕemergenza legata al Coronavirus, le lavoratrici e i lavoratori delle banche soni finiti letteralmente Òsotto attaccoÓ da parte della clientela.Ecco, qui di seguito, una rassegna di casi di insulti e attacchi ai dipendenti degli istituti, in parte raccontati dalle cronache locali e in parte raccolti dalle strutture territoriali e dai rappresentanti aziendali e di gruppo delle organizzazioni sindacali.Salerno, cliente senza mascherina minaccia il personale. Marted“ scorso, un correntista di una banca di Salerno entra in filiale senza alcuna protezione personale: non indossava nŽ mascherina nŽ guanti. La ragione della visita era ottenere una attestazione Isee (indicatore sintetico equivalente della situazione economica) che era stata chiesta per e-mail, nonostante le regole interne alla banca non lo prevedano. Il cliente non aveva concordato lÕappuntamento, come stabilito da un accordo tra Abi e sindacati del settore del 24 marzo scorso per far fronte allÕemergenza Covid-19, e pretendeva di ottenere subito il documento richiesto. Ma il documento non era stato stampato e il cliente, con uno scatto dÕira, ha cominciato a minacciare e a offendere pesantemente il personale dellÕagenzia bancaria. La situazione  tornata sotto controllo solo quando lÕIsee  stato consegnato dal vicedirettore, intervenuto per calmare la situazione.Cassiere pesantemente aggredito (verbalmente) a Bari. Filiale bancaria a Bari. AllÕinizio della scorsa settimana, di prima mattina, entra in banca un uomo per chiedere di cambiare un assegno emesso da un cliente dellÕagenzia. Saldo non sufficiente e richiesta respinta dal cassiere che prova, comunque, a chiedere lÕautorizzazione al superiore. Niente da fare: lÕincapienza del conto corrente non  derogabile. Appresa la notizia, il beneficiario dellÕassegno ha subito aggredito verbalmente il dipendente della banca, con toni sopra le righe e minacce esplicite finalizzate a ottenere il denaro richiesto. Segue telefonata tra lÕuomo entrato in banca e il titolare del conto, che immediatamente chiama telefonicamente il cassiere e gi pure lui con una raffica di insulti e parolacce. Al termine di un doppio diverbio, salta fuori il disguido: il correntista aveva versato la stessa mattina 7.500 euro in contanti in uno sportello Bancomat, ma lÕoperazione, per ragioni e ritardi tecnici e non addebitabili al bancario, scoperti solo successivamente, non era stata contabilizzata. Fatto sta che lÕaggressione verbale  proseguita anche quando  stato comunicato il rinvio dellÕincasso di 24 ore.Code al Monte pegni di Torino: sotto assedio lÕingresso dei lavoratori. Al Monte Pegni di Torino, i clienti sono arrivati letteralmente ad assediare lÕingresso riservato ai lavoratori. La corsa allo sportello di queste ultime settimane trae fondamento da una serie di problemi che stanno esasperando la situazione. Le scadenze sui pegni possono essere rinnovate solo di persona in filiale; con le aste bloccate dallÕinizio del lockdown. Buona parte della clientela teme che alla riapertura i beni siano venduti immediatamente e non ci sia il tempo nŽ di riappropriarsene nŽ di rinnovare il contratto di pegno. Peraltro, non sono stati sospesi immediatamente gli interessi e alla base del mancato congelamento ci sarebbero questioni contrattuali. Fatto sta che ogni mattina si formano file anche di 1.000 persone e assembramenti piuttosto nutriti. Si lavora, da sempre, senza appuntamento. Le code di queste ultime settimane sono legate anche dallÕapertura a giorni alterni della filiale (meno personale a disposizione per ragioni di salute ed era stato segnalato un caso di Covid-19). Non a caso,  ormai presente una copertura fissa delle Forze dellÕordine (15 agenti), spesso in borghese, anche a motivo della presenza di usurai in strada a caccia di affari con cittadini disperati e senza soldi. Una disperazione che, pochi giorni fa, ha spinto un gruppo di clienti ad assediare lÕingresso secondario del Monte pegni allÕorario di uscita, nel tentativo di bloccare il personale allÕinterno e costringerlo a eseguire le operazioni allo sportello. Non si sono registrati episodi di violenza, tuttavia, per gestire al meglio lÕafflusso interno e la presenza allÕesterno del Monte, il direttore quotidianamente distribuisce numeri Òelimina-codeÓ.Tanica di benzina e cartuccia in un pacco sospetto ad Alghero. Una scatola di cartone allÕinterno della quale erano state nascoste una tanica di benzina da 5 litri e una cartuccia calibro 12. é quanto hanno trovato gli artificieri dei carabinieri dentro il pacco sospetto rinvenuto nei locali della filiale di una banca ad Alghero, che luned“ 20 aprile ha riaperto dopo il weekend e che, come per tutti gli istituti di credito in Italia, sarebbe stata pronta a ricevere le prime richieste per i prestiti da 25.000 euro per le imprese introdotti con il decreto ÒliquiditˆÓ. I militari hanno parlato di Çun evidente atto intimidatorio nei confronti dellÕistituto di credito, compiuto da ignoti nella notteÈ. Secondo le verifiche degli artificieri, il plico non conteneva alcun congegno funzionale allÕinnesco.Falso allarme a Catania per una busta sospetta. Luned“ 20 aprile, una borsa contenente saponi e detersivi  stata dimenticata per strada dal suo acquirente, andato via in autobus: una situazione che ha fatto scattare lÕallarme bomba nel centro di Catania. Sono stati immediatamente attivati i protocolli di sicurezza, con la messa al sicuro della zona e lÕintervento degli artificieri della Polizia supportati dai Vigili del fuoco. LÕarea, finito lÕallarme,  stata liberata. La borsa era stata abbandonata davanti a una filiale bancaria; in una prima fase, lÕepisodio era stato collegato alle tensioni delle ultime settimane in varie agenzie bancarie in Italia e, in particolare, allÕavvio delle richieste dei prestiti garantiti dallo Stato.No allo ÒscopertoÓ di conto, a Varese ruote bucate al direttore. Uno degli ultimi casi si  registrato vicino a Varese. Erano in due, marito e moglie, commercianti. Chiedevano uno ÒscopertoÓ di 5.000 euro sul conto. ÇMa purtroppo non potevamo concedergli quel prestito, non cÕerano le condizioni. Ho provato a spiegarglielo, capisco la preoccupazione di questo periodo, per˜ il tono  diventato subito insostenibileÈ hanno detto i dipendenti della filiale. E gi insulti, pugni allo sportello, minacce, calci alla porta e poi, ancora, grida fuori della banca. Sembrava finita l“, se non fosse che il direttore della filiale, intervenuto per dare man forte al collega, alla fine della giornata di lavoro ha fatto una scoperta: squarciate le quattro ruote della sua auto.Sassate contro la filiale, vetrina in frantumi a Collecchio. In una banca di Collecchio un artigiano, un paio di settimane fa,  entrato chiedendo di prelevare 1.200 euro, ma non aveva quei soldi sul conto. Quando la cassiera gli ha fatto notare che non era possibile, ha perso il controllo. Dopo gli insulti, accompagnato alla porta, ha iniziato a prendere a sassate la filiale. ÇCon grosse pietreÈ ha detto chi  intervenuto. Fino a quando, lÕuomo ha mandato la vetrata in frantumi.Prestiti a rilento, insulti a Verona. Insulti ai bancari in una filiale di Verona, marted“ scorso, da parte di clientela in coda per chiedere i prestiti garantiti dallo Stato col decreto liquiditˆ. ÇLe frustrazioni dellÕutenza si stanno scaricando sugli impiegati, che in alcune filiali sono stati oggetto di pesanti offeseÈ hanno denunciato i sindacati veronesi Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin.Ad Aversa e Gallarate sputi in faccia ai bancari. A Gallarate, a fine marzo, un correntista insofferente alle code causate dalle norme del Çdistanziamento socialeÈ ha iniziato a sputare in faccia a tutti, compreso lo sportellista accorso per tentare di riportare la calma. ÇHo il virus!È urlava e sputava. Stessa scena, quasi identica, ad Aversa, dove un correntista esasperato ha iniziato spintonando e ha finito col prendere a botte il sindaco che, casualmente, passava di l“ e chiedeva il rispetto delle distanze di sicurezza.Banca chiusa, tensione in strada a Bari: ÇFate schifoÈ. Il caso pi noto, siamo ai primi giorni di aprile,  quello di Bari. PerchŽ  stato ripreso in diretta da un balcone e rilanciato su Facebook. Marito e moglie, entrambi al lavoro in un piccolo negozio di bomboniere chiuso dallÕ11 marzo, si sono presentati in banca per chiedere un prestito, anche soltanto 50 euro. Ma la banca era chiusa. Lui ha iniziato a prendere a calci la saracinesca, lei urlava disperata: ÇSiamo senza soldi! Fate schifo! Lo Stato fa schifo. Come dobbiamo fare? Come facciamo a vivere? Non abbiamo pi niente in casa, vi prego venite a vedere nella mia cucina, non abbiamo pi neanche la farina. Mia madre  un mese che non prende le medicine, vogliamo solo mangiareÈ. Due guardie hanno cercato di calmarli, un passante ha regalato 50 euro a testa. I due se ne sono andati via furibondi, urlando ancora contro quella filiale chiusa: Ó fate schifo! Vi nascondete l“ dentro. Voi avete lo stipendio, ma noi non sappiamo neanche quando potremo riaprireÓ.Ê

Pulsante per tornare all'inizio