Proteste in 27 carceri, assaltate infermerie. Anche a San Vittore a Milano e a Rebibbia a Roma

Da questa mattina sono 27 le carceri dove si stanno svolgendo proteste da parte dei detenuti, alcuni dei quali chiedono l’amnistia a causa dell’emergenza Coronavirus. Gravi disordini si registrano nei carceri di San Vittore a Milano e di Rebibbia a Roma, dove – oltre a bruciare diversi materassi – alcuni reclusi avrebbero assaltato le infermerie. Lo riferisce il Sindacato di polizia penitenziaria. (ANSA).Sono 6 i detenuti morti provenienti da carcere ModenaÊ Tre nello stesso penitenziario e 3 a Parma, Alessandria e VeronaSono complessivamente sei, secondo quanto si apprende da fonti dell’amministrazione penitenziaria, i detenuti provenienti dal carcere di Modena morti. Tre nello stesso penitenziario modenese ed altri tre dopo i trasferimenti in altre strutture carcerarie: a Parma, Alessandria e Verona. (ANSA).Carceri scoppiano, 10mila detenuti oltre posti disponibili Sono 61.230 a fronte di una capienza di 50.931 postiLa rivolta nelle carceri legata all’emergenza Coronavirus riaccende i riflettori sul sovraffollamento nei 189 penitenziari. Attualmente ci sono oltre diecimila detenuti in pi rispetto ai posti disponibili. Secondo i dati del ministero della Giustizia aggiornati al 29 febbraio scorso, i detenuti sono 61.230 a fronte di una capienza di 50.931 posti, con un tasso di sovraffollamento del 120%. Le regioni con il record di carceri che scoppiano si confermano Molise (175% cento) e Puglia (153%); ma allarmano anche la Lombardia (140%) , l’Emilia Romagna (130%),il Lazio (127%), mentre va un po’ meglio in Campania (119%) e Piemonte (114%). Il dato regionale non dˆ conto di come sia drammatica la situazione nei singoli penitenziari, dove la maglia nera del sovraffollamento spetta da tempo a quello di Larino, in Molise, dove il tasso raggiunge il record del 208%, con 238 detenuti a fronte di 114 posti. In fortissima sofferenza anche il carcere di Taranto, dove il sovraffollamento  al 196% con un numero di detenuti quasi doppio ai posti letto (600 su 306) e quello di Como (195%) con 452 reclusi a convivere in uno spazio la cui capienza  stimata a 231. 365 608 Nel carcere della rivolta pi cruenta, a Modena, dove sono morti 6 detenuti, il sovraffollamento  al 152%, con 562 detenuti a fronte di 369 posti. Ancora peggiore la situazione nell’altro penitenziario dell’Emilia Romagna in cui  in corso la protesta: a Bologna il sovraffollamento  al 178% , con 500 soli posti a fronte di 891 ristretti. Su una percentuale analoga si attesta a Roma il carcere di Regina Coeli (172%) con 1061 e una capienza ferma a quota 616, mentre  pi vivibile l’altro penitenziario romano, quello di Rebibbia. Nel carcere di Foggia da cui sono evasi 20 detenuti, il sovraffollamento  al 166% con 608 reclusi per 365 posti. Per quanto riguarda agli altri istituti teatro della protesta, nel milanese San Vittore i detenuti sono 1029 a fronte di 799 posti, con sovraffollamento del 128%; il tasso  superiore alle Vallette di Torino (134%) con 1.061 posti a fronte di 1.429 detenuti. Al di lˆ del sovraffollamento, dalle statistiche del ministero della Giustizia emerge che in carcere ci sono quasi 20mila stranieri e all’incirca diecimila detenuti (9.920) sono ancora in attesa di giudizio. Sono una minoranza i reclusi che lavorano:16.850, secondo le cifre rese note dal ministro della Giustizia, quando a gennaio ha illustrato le linee guida del ministero al Parlamento. (ANSA).Coronavirus: Palma, preoccupa molto violenza carceriÊLa sospensione dei colloqui diretti con i familiari, disposta come misura precauzionale per contrastare il diffondersi del virus Covid-19, comporta un grave sacrificio per le persone ristrette e le loro famiglie, ma si tratta di una misura a termine, fino al 22 marzo”, afferma il Garante. La sostituzione delle visite con le video-comunicazioni e con l’aumento del numero di telefonate previste dalla legge richiede “uno sforzo organizzativo da parte dell’Amministrazione centrale e degli Istituti, ma soprattutto un impegno teso a favorire una comunicazione corretta e completa sui provvedimenti adottati in carcere e anche sul territorio nazionale”. Oggi, infatti, “l’intero Paese  chiamato a uno sforzo di responsabilitˆ, come non era mai accaduto prima. La difficoltˆ di accettare misure estreme si accentua nei luoghi di privazione della libertˆ, dove ancora maggiore deve essere l’attenzione ad assicurare una informazione diffusa e capillare, soprattutto laddove tali provvedimenti toccano il diritto a mantenere i rapporti familiari”. E lo stesso Garante nazionale intende “impegnarsi direttamente in tal senso, come ha giˆ fatto nei giorni scorsi durante la visita ad alcuni Istituti”. Palma esprime inoltre “vicinanza e gratitudine alla Polizia penitenziaria e alle altre Forze dell’Ordine che sono state e sono impegnate per riportare alla calma la situazione negli Istituti”. (ANSA).Bonafede, vogliamo tutelare salute nelle carceri Ma condanniamo proteste violente che non porteranno a niente”E’ nostro dovere tutelare la salute di chi lavora e vive nelle carceri” e i provvedimenti presi hanno proprio “la funzione di garantire proprio la tutela della salute dei detenuti e tutti coloro che lavorano nella realtˆ penitenziaria”, ma “deve essere chiaro che ogni protesta attraverso la violenza  solo da condannare e non porterˆ ad alcun buon risultato”. Lo afferma il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in relazione alle proteste nelle carceri.Sono perfettamente consapevole – sottolinea il Guardasigilli – che un’emergenza come quella del coronavirus possa creare tensioni all’interno di un carcere ma deve essere chiaro l’intento delle misure che abbiamo preso:  nostro dovere tutelare la salute di chi lavora e vive negli istituti penitenziari. Alcune norme previste nel decreto legge, come il limite ai colloqui fisici e la possibilitˆ per i magistrati di sorveglianza di sospendere i permessi premio e la semilibertˆ – misure che valgono per i prossimi 15 giorni – hanno soltanto la funzione di garantire proprio la tutela della salute dei detenuti e tutti coloro che lavorano nella realtˆ penitenziaria”. “Manterremo un dialogo costante – continua Bonafede – nei dipartimenti di competenza sono attive task force e si assicura la costante informazione all’interno delle strutture per la popolazione detenute e i lavoratori. Ma deve essere chiaro che ogni protesta attraverso la violenza  solo da condannare e non porterˆ ad alcun buon risultato”. (ANSA).”

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