Siccità: Italia a rischio razionamenti. Per Federconsumatori Toscana “sempre più urgente un piano per evitare le dispersioni e per un efficiente sistema di irrigazione”
La Protezione Civile lancia l’allarme sulla siccità nel nostro Paese, denunciando una riduzione della quantità di acqua piovuta del 40-50% rispetto alle medie degli ultimi anni e fino al 70% di neve in meno. Elementi che rischiano di far scattare lo stato di emergenza con razionamenti anche diurni dell’acqua.
Una situazione che merita la dovuta attenzione da parte del Governo e che va affrontata al più presto, per evitare disagi ai cittadini e ulteriori conseguenze su più fronti, quali ad esempio i danni causati al settore agricolo, soprattutto al Nord, su diverse produzioni: dall’ortofrutta al riso.
Ecco perché diviene sempre più urgente un piano per gestire questa grave emergenza, improntato, da un lato, alla realizzazione di invasi e bacini per la raccolta delle acque da destinare ad uso agricolo, ma soprattutto ad avviare una grande opera di efficientamento di una rete ormai obsoleta e che, è proprio il caso di dirlo, “fa acqua da tutte le parti”.
Come Federconsumatori, da anni, denunciamo il grave problema della dispersione, che in media negli acquedotti italiani è del 45,3%: questo vuol dire si perdono in media 41,4 litri ogni 100 immessi nelle reti di distribuzione.
Questa dispersione che avviene lungo la rete, prima ancora che l’acqua fuoriesca dal rubinetto, è inammissibile. Ciò appare ancora più grave se si pensa che i cittadini pagano in ogni bolletta una “quota per investimenti”, vale a dire una percentuale per un ammodernamento della rete mai realizzato.
È giunto il momento di utilizzare tali fondi per realizzare una rete efficiente: non a caso tale obiettivo rientra tra quelli primari prefissati dall’Agenza 2030.
A tal fine è importante che tutti facciano la propria parte: anche il cittadino è chiamato, emergenza o meno, ad adottare buone pratiche per evitare gli sprechi, modificando le proprie abitudini ed adottando comportamenti virtuosi che evitino usi impropri dell’acqua.
Ecco alcuni consigli a cura di Federconsumatori
– Lavaggio denti. Lavarsi i denti tenendo il rubinetto aperto fa sprecare oltre 5 litri al minuto. Per questo è bene utilizzare lo spazzolino inumidito col solo dentifricio e risciacquare soltanto alla fine.
– Barba. Per farsi la barba è sufficiente colmare il lavandino d’acqua, chiudendolo col tappo, e poi lasciarla scorrere terminata la rasatura.
– Frutta e verdura. Lavare le verdure lasciandole immerse in acqua: così si riduce il numero di risciacqui sotto l’acqua corrente. Inoltre, l’acqua utilizzata per lavare frutta e verdura può essere impiegata per innaffiare le piante.
– Doccia. Si consiglia di preferire la doccia al bagno: è sicuramente più veloce e fa risparmiare fino a 100 litri d’acqua alla volta. Ovviamente è opportuno aprire il rubinetto solo nel momento in cui ci si sciacqua, senza lasciarlo aperto per l’intera durata della doccia.
– Elettrodomestici. Utilizzate lavastoviglie e lavatrice a pieno carico: così si arriva a risparmiare fino a 11.000 litri d’acqua all’anno.
– Valvola. Prima di partire per le vacanze si consiglia di chiudere la valvola centrale dell’acqua, anche per evitare rotture improvvise nell’ impianto idraulico.
– Rubinetti. Controllare che non perdano acqua, in caso contrario chiedere l’aiuto di un idraulico esperto o sostituire le guarnizioni. Un rubinetto che gocciola può far sprecare fino a 4.000 litri d’acqua in un anno. È bene, inoltre, installare i riduttori di flusso dell’acqua, che sono dei dispositivi di semplice installazione che miscelano aria con l’acqua, consentendo di limitare il consumo di quest’ultima fino al 50%.
– Acqua di cottura. Le nonne insegnano che l’acqua utilizzata per la cottura della pasta è un ottimo sgrassante e permette di lavare piatti e bicchieri senza eccessivo uso di detersivo.
– Scarico del wc. Controllare che lo scarico non perda: un W.C. che perde può arrivare addirittura a consumare fino a 100 litri d’acqua al giorno. Se si ha uno scarico a cassetta, adottare il pulsante con doppio tasto, che consente di dosare l’acqua a seconda delle esigenze.
– Lavaggio auto. Ridurre la frequenza dei lavaggi dell’automobile, utilizzando un secchio e non la pompa per risciacquarla.
Prodotti rigenerati: rispetto a un prodotto nuovo costano mediamente il 38% in meno. Tra implicazioni geopolitiche e obiettivi green, la nostra scelta può fare la differenza: la riflessione di Federconsumatori Toscana
Rigenerati, ricondizionati o refurbished: comunque vogliamo chiamarli è bene capire perché questi prodotti sono così importanti per le nostre tasche e per l’ambiente.
Si tratta dei prodotti hi-tech che tornano a nuova vita per essere rivenduti dopo essere stati revisionati e riparati.
Televisori, smartphone, tablet, frigoriferi, computer: con un po’ di manutenzione tutto può essere rigenerato e rimesso sul mercato, anche le centraline ed i ricambi per dispositivi elettronici.
Sempre più spesso sono gli stessi produttori a sottoporre tali dispositivi a rigorosi processi di rigenerazione, garantendo sulla qualità ed esplorando un nuovo mercato che sta prendendo sempre più piede anche nel nostro Paese. Se da un lato, quindi, i produttori realizzano dispositivi inesorabilmente destinati all’obsolescenza programmata, dall’altro tentano di chiudere il ciclo rigenerando e rivendendo loro stessi prodotti che altrimenti diventerebbero rifiuti.
Dalla ricerca condotta dall’O.N.F – Osservatorio Nazionale Federconsumatori è emerso che, mediamente, acquistando un prodotto rigenerato si risparmia il 38% rispetto a quello nuovo.
Ad esempio, a parità di GB, acquistando uno smartphone ricondizionato si può risparmiare dal 35% al 58% rispetto ad uno nuovo. Nel caso dei computer portatili, il risparmio varia, invece, dal 9% al 59%; notevole anche il risparmio che si ottiene acquistando un tablet rigenerato (dal 28% al 45%), uno smartwatch (dal 22% al 37%), o una console per i videogiochi (dal 34% al 49%).
Risparmi notevoli, soprattutto in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando, segnati da forti rincari e un numero sempre maggiore di rinunce.
Acquistando prodotti rigenerati non ci guadagna solo il portafogli: con la crescita di questo mercato saranno notevoli i benefici anche in termini di vite umane e di danni ambientali.
Basti pensare che, secondo recenti ricerche, l’impatto ambientale di uno smartphone nuovo è di 17,2 chili di Co2 l’anno; nel caso di un dispositivo rigenerato i valori diminuiscono notevolmente, fino ad arrivare a 8,2 chili.
Acquistando prodotti ricondizionati e, quindi, dando nuova vita ad oggetti hi-tech usati, è possibile limitare il fabbisogno di metalli critici e terre rare (fondamentali per la loro realizzazione), contribuendo a ridurre lo sfruttamento che dilaga nell’estrazione di tali materiali, divenuti vere e proprie risorse strategiche per la transizione ecologica, le cui implicazioni geopolitiche diventano di giorno in giorno più rilevanti, anche in relazione alla guerra in Ucraina.
Alla luce di tali elementi diviene evidente come una piccola scelta individuale possa fare la differenza per la vita di tutti.