Primo Maggio: in piazza studenti, ‘no a catena sfruttamento’ Uds manifesta ad Assisi e nelle altre città

Contro ogni forma di sfruttamento e per un ripensamento del rapporto istruzione lavoro, l’Unione Degli Studenti oggi è scesa in piazza al fianco dei lavoratori. “Dall’approvazione della Buona Scuola nel 2015 abbiamo assistito all’ampliamento strutturale del rapporto scuola-lavoro, in particolare negli istituti tecnici e professionali – esordisce Bianca Chiesa, dell’esecutivo nazionale dell’Unione Degli Studenti, dalla piazza di Assisi – Quella che ci venne presentata come una nuova metodologia didattica, si è rivelata essere in gran parte sfruttamento e perdita di tempo, senza svolgere alcuna funzione formativa. Studenti costretti ad andare a lavorare in fabbriche o aziende che inquinano, sfruttano i lavoratori o peggio ancora li licenziano per avere manodopera gratuita attraverso gli studenti”. “Il ministro Bussetti ha trasformato l’Alternanza Scuola-Lavoro nei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO), diminuendo le ore obbligatorie ma non trasformando la sostanza – continua Giorgio Tropeoli, coordinatore dell’UDS Umbria – Continuiamo ad andare in scuole che assomigliano sempre di più a delle aziende, subordinate alle richieste del mondo dell’impresa, che normalizzano il precariato e lo sfruttamento, senza andare a stimolare o suggerire spirito critico nei confronti della società e del modello di produzione attuale”. “Oggi siamo presenti come studenti nelle piazze di tutto il paese al fianco dei lavoratori perché vogliamo spezzare la catena dello sfruttamento che pervade la nostra società e ci insegna a vivere fenomeni di precariato e violazione dei diritti sindacali a partire dai luoghi della formazione – dichiarano gli studenti – contro questo modello di scuola – azienda, vogliamo l’abolizione dei PCTO a favore di un’istruzione integrata, gratuita e fuori dai processi di produzione, che sappia unire conoscenze teoriche e pratiche rispetto al lavoro e alla produzione che permettano agli studenti di reimmaginare e trasformare completamente il sistema produttivo”. “Quest’anno due studenti sono morti a causa di un modello di scuola che sfrutta, opprime, uccide. Tragedie di questo tipo sono inaccettabili e noi non rimarremo in silenzio, ma continueremo a mobilitarci finchè il ministro Bianchi non ci ascolterà e finchè l’intero rapporto tra istruzione e lavoro non verrà riformato strutturalmente” – conclude Chiesa. (ANSA).

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