Covid: Toscana, 3.840 nuovi casi e 18 decessi. Nuove diagnosi, positivo 58.2% Italia, 60.191 positivi e 184 vittime

In Toscana sono 877.431 i casi di positività al Coronavirus, 3.840 in più rispetto a ieri (753 confermati con tampone molecolare e 3.087 da test rapido antigenico). I nuovi casi sono lo 0,4% in più rispetto al totale del giorno precedente. I guariti crescono dello 0,5% e raggiungono quota 844.219 (96,2% dei casi totali). Oggi sono stati eseguiti 6.425 tamponi molecolari e 25.060 tamponi antigenici rapidi, di questi il 12,2% è risultato positivo. Sono invece 6.599 i soggetti testati oggi (con tampone antigenico e/o molecolare, escludendo i tamponi di controllo), di cui il 58,2% è risultato positivo. Gli attualmente positivi sono oggi 24.050, -0,2% rispetto a ieri. I ricoverati sono 747 (3 in meno rispetto a ieri), di cui 50 in terapia intensiva (stabili). Oggi si registrano 18 nuovi decessi: 8 uomini e 10 donne con un’età media di 79,6 anni.
L’età media dei 3.840 nuovi positivi odierni è di 39 anni circa (26% ha meno di 20 anni, 23% tra 20 e 39 anni, 31% tra 40 e 59 anni, 14% tra 60 e 79 anni, 4% ha 80 anni o più).
Di seguito i casi di positività sul territorio con la variazione rispetto a ieri (753 confermati con tampone molecolare e 3.087 da test rapido antigenico). Sono 255.032 i casi complessivi ad oggi a Firenze (722 in più rispetto a ieri), 65.642 a Prato (127 in più), 73.208 a Pistoia (255 in più), 40.610 a Massa (219 in più), 88.886 a Lucca (540 in più), 100.347 a Pisa (367 in più), 74.588 a Livorno (359 in più), 79.203 ad Arezzo (489 in più), 56.880 a Siena (396 in più), 42.480 a Grosseto (366 in più). Sono 555 i casi positivi notificati in Toscana, ma residenti in altre regioni. Sono 1.135 i casi riscontrati oggi nell’Asl Centro, 1.454 nella Nord Ovest, 1.251 nella Sud est.
La Toscana si trova al 7° posto in Italia come numerosità di casi (comprensivi di residenti e non residenti), con circa 23.760 casi per 100.000 abitanti (media italiana circa 22.028 x100.000, dato di ieri). Le province di notifica con il tasso più alto sono Firenze con 25.543 casi x100.000 abitanti, Pistoia con 25.223, Prato con 24.745, la più bassa Grosseto con 19.500.
Complessivamente, 23.303 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (35 in meno rispetto a ieri, meno 0,1%).
Sono 4.914 (117 in meno rispetto a ieri, meno 2,3%) le persone, anch’esse isolate, in sorveglianza attiva perché hanno avuto contatti con persone contagiate (ASL Centro 840, Nord Ovest 1.697, Sud Est 2.377).
Le persone ricoverate nei posti letto dedicati ai pazienti COVID oggi sono complessivamente 747 (3 in meno rispetto a ieri, meno 0,4%), 50 in terapia intensiva (stabili rispetto a ieri).
Le persone complessivamente guarite sono 844.219 (3.860 in più rispetto a ieri, più 0,5%): 0 persone clinicamente guarite (stabili rispetto a ieri), divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 844.219 (3.860 in più rispetto a ieri, più 0,5%) dichiarate guarite a tutti gli effetti, le cosiddette guarigioni virali, con tampone negativo. Oggi si registrano 18 nuovi decessi: 8 uomini e 10 donne con un’età media di 79,6 anni.
Relativamente alla provincia di residenza, le persone decedute sono: 2 a Firenze, 2 a Prato, 2 a Massa Carrara, 3 a Lucca, 5 a Pisa, 4 a Livorno.
Sono 9.162 i deceduti dall’inizio dell’epidemia cosi ripartiti: 2.900 a Firenze, 770 a Prato, 834 a Pistoia, 613 a Massa Carrara, 859 a Lucca, 971 a Pisa, 671 a Livorno, 623 ad Arezzo, 472 a Siena, 332 a Grosseto, 117 persone sono decedute sul suolo toscano ma erano residenti fuori regione.
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ITALIA

Covid: 60.191 positivi, 184 vittime
Sono 60.191 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 22.083. Le vittime sono invece 184 (ieri erano state 130).
Torna a salire nelle ultime 24 ore, dopo circa un mese e mezzo, il numero delle persone attualmente positive in Italia: sono 1.011.521, con un incremento di 3.161. Il 26 gennaio era stato l’ultimo giorno in cui si era registrato un aumento giornaliero dei positivi. Sono 13.109.527 gli italiani contagiati dal Covid dall’inizio della pandemia. I decessi totali salgono a 156.201. I dimessi e i guariti sono 11.941.805, con un incremento di 57.408 rispetto a ieri

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Covid: Cislaghi, presto per dire nuova ondata ma cautela  Contagi e letalità in crescita. Non è perdurante miglioramento
A fronte del nuovo, lieve aumento di casi di Covid-19 riscontrato in varie Regioni “non si può sicuramente ancora affermare che ci troviamo di fronte ad una nuova ondata epidemica; potrebbe essere un aumento temporaneo che presto si normalizzerà. Però quando si manifestano questi segnali sarebbe opportuno attivare tutte le precauzioni necessarie, che in questo caso dovrebbero innanzitutto consistere nel non illudersi che ci troviamo di fronte ad un perdurante forte miglioramento”. Ad affermarlo è Cesare Cislaghi, già presidente della Società italiana di epidemiologia. Infatti, dal 24 febbraio a domenica 6 marzo, rileva, “sono stati notificati 2.123 nuovi decessi Covid, cioè 193 al giorno, 411.777 nuove diagnosi di positività, cioè 37.434 al giorno, e 516 nuovi ricoveri in Terapia intensiva, cioè 47 al giorno. Non definirei questa una situazione in forte miglioramento se non confrontandola con quella di inizio gennaio”. Inoltre, l’RDt, l’indice di replicazione diagnostica, “è in preoccupante crescita: il 12 febbraio era sceso a 0,67 ed invece il 6 marzo è salito a 0,88 e in alcune Regioni ha già superato la soglia di uno, cioè i contagi sono in crescita”. Dunque, considerando questi dati, “è sicuramente ancora presto per ritenere che si sia nuovamente all’inizio di una nuova ondata, ma altrettanto sicuramente non si può dire che si sia di fronte ad un evidente miglioramento. E non lo si può dire neppure esaminando la stima della letalità e della necessità di accedere alla terapia intensiva. La letalità stimata come rapporto tra la somma dei decessi dell’ultima settimana e la somma dei contagi di tre settimane prima – conclude Cislaghi – risulta infatti in aumento”. (ANSA).
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