Covid: garante Toscana, evitare ogni discriminazione minori Accento su scuola e sport, ‘No anche a forme indirette’

La Garante per l’Infanzia della Toscana, Camilla Bianchi, fa un appello affinché siano “evitate ogni forma di discriminazione, anche indiretta”, in particolare nella scuola e nello sport. “Le norme – spiega – vanno attentamente mediate e calibrate per garantire equa tutela. Soprattutto se rivolte a persone di minore età che, dopo due anni di emergenza sanitaria, continuano a scontare tutto il disagio e le drammatiche conseguenze della marginalizzazione”. L’appello scaturisce dalle segnalazioni di molti genitori che sottolineano che dopo due anni senza socialità e condivisione, senza attività fisica e ricreativa, senza insegnamento reale, due decreti del Governo stanno limitando fortemente diritti costituzionali quali l’istruzione e l’educazione o l’accesso ad attività sociali. Bianchi ha inviato due lettere al Governo nazionale e regionale. Le misure prese nel decreto legge 229/2021 e nel decreto 5/2022, adottate per contrastare il Covid, sono prese a garanzia della salute pubblica “ma esiste anche il diritto allo sport e all’educazione. La condizione vaccinale dei minori – prosegue – non può essere discrimine al godimento di diritti costituzionali ampiamente sanciti e riconosciuti. Peraltro non esiste obbligo di immunizzazione per questa fascia di età ed essendo minori non hanno neanche facoltà di scelta”. Le autorità competenti, scrive la Garante toscana, “prevedano disposizioni normative che, efficacemente mediate e calibrate, siano in grado di ridurre in modo significativo le gravi criticità che le persone di minore età stanno attraversando”. Anche per “garantire equamente, e non in modo differenziato”, diritti fondamentali chiaramente indicati e tutelati dall’articolo 3 comma 1 della Convenzione Internazionale sui Diritti del Fanciullo. Sulla gestione dei casi di positivi a scuola, per Bianchi potrebbe esservi una “oggettiva differenziazione delle persone di minore età i cui genitori hanno deciso di non aderire alla campagna vaccinale contro il Covid, o semplicemente di rimandare questa decisione. Differenziazione che viene ad incidere gravemente sul fondamentale diritto all’istruzione. Le misure a tutela prioritaria della salute pubblica, ancorché necessarie, stanno gravando in particolar modo su bambine e bambini che vivono in questo momento una condizione di maggiore fragilità che non può essere sottovalutata”. (ANSA).

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