Piano isole minori: Cgil, segnale preoccupante assenza di offerte per il bando 

“È un segnale preoccupante la totale assenza di offerte per il bando del cosiddetto Piano isole minori, il progetto che prevede la realizzazione di un’infrastruttura per la banda ultralarga e l’incremento della copertura delle reti mobili (anche 5G) in diciannove isole di Lazio, Puglia, Sicilia, Toscana e Sardegna. Un’occasione persa per dotare di vere e proprie ‘autostrade sottomarine’ quelle aree del Paese che in termini di infrastrutture e dunque di digital divide, sono tra le più svantaggiate”. È quanto dichiarano il coordinatore dell’Area Politiche industriali e Reti della Cgil nazionale Walter Schiavella e la responsabile Politiche e Sistemi Integrati di Telecomunicazione Barbara Apuzzo.
“I 60,5 milioni per dotare di backhaul ottico gli arcipelaghi italiani entro il 2023 non sono stati dunque assegnati”, proseguono i dirigenti sindacali, secondo cui “siamo di fronte ad un segnale grave di ciò che rischia di accadere con i prossimi maxi bandi da quasi 6,7 miliardi totali che riguardano le gare per la banda ultralarga fissa (3,8 miliardi), per il 5G (2 miliardi), e per i piani “Scuola connessa” (261 milioni) e “Sanità connessa” (501,5 milioni)”.
Schiavella e Apuzzo spiegano che “a detta degli operatori a pesare sono state, e in prospettiva rischiano di essere, fideiussioni e penali, il che spingerebbe il Ministro Colao a interfacciarsi con alcuni dei potenziali candidati per dare il via a una procedura negoziata, ipotesi prevista dal codice degli appalti in alternativa alla riproposizione di un bando riveduto e corretto”.

“Il tutto accade – sottolineano – mentre non è ancora chiaro quale sarà il destino di Tim, l’incumbent nazionale, e dunque della rete. Noi continuiamo a pensare che sia l’intero impianto ad essere sbagliato. La direzione giusta non è quella di frammentare, ma di riunificare gli appalti per avere maggiori certezze, trasparenza, solidità”.
“Il sistema di telecomunicazioni nel nostro Paese non può servire solo a promuovere spesa, così come non si può pensare che debba solo favorire la concorrenza. L’obiettivo da realizzare – concludono Schiavella e Apuzzo – è quello di modernizzare il Paese, renderlo più efficiente, migliorare la vita di tutti. Non ci sembra che le premesse vadano in questa direzione”.

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