Investito da treno in Versilia, muore 17enne Ipotesi suicidio. Alla stazione di Forte dei Marmi-Seravezza

Un 17enne è morto ieri sera dopo essere stato investito da un treno in corrispondenza della stazione Forte dei Marmi – Seravezza, in Versilia, dopo le 21:30. Secondo le prime ipotesi si tratterebbe di un suicidio. Il ragazzo, nativo di Camaiore (Lucca) ma residente fuori Versilia, sarebbe stato visto dal macchinista nell’atto di lanciarsi sotto il treno. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 ma per il 17enne non c’è stato nulla da fare. Per i rilievi è intervenuta la polizia. (ANSA).
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Con pandemia raddoppio tentati suicidi adolescenti  Al Bambino Gesù al via servizio ad hoc. Oggi la Giornata mondiale
Il suicidio costituisce la seconda causa di morte nei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni e l’autolesionismo colpisce in Europa circa 1 adolescente su 5. Le misure restrittive durante la pandemia da Sars-Cov2 hanno impattato significativamente sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti portando ad un aumento delle richieste di aiuto per le forme più gravi come autolesionismo e comportamento suicidario: solo all’ospedale pediatrico Bambino Gesù il numero delle consulenze specialistiche per ideazione suicidaria e tentativo di suicidio è quasi raddoppiato così come le ospedalizzazioni per tali motivi, passate dal 17% nel gennaio 2020 al 45% del totale nel gennaio 2021. Proprio per far fronte a questa emergenza, il Bambino Gesù ha predisposto un servizio dedicato all’assistenza per l’autolesionismo e alla prevenzione del suicidio in età evolutiva in collaborazione con alcune ASL del Lazio. L’iniziativa è stata lanciata oggi, nella giornata in cui in tutto il mondo si celebra la Giornata dedicata a questo fenomeno in crescita. Il tasso di suicidio annuo a livello mondiale è pari a circa 11 persone ogni 100.000 abitanti (fonte OMS), costituendo l’1,5 % di tutte le cause di morte. La correlazione tra disturbi dell’umore e rischio suicidario è ampiamente riconosciuta nella popolazione adulta e recenti studi confermano una significativa correlazione tra la presenza di una depressione grave e il tentativo di suicidio tra i 12 e i 26 anni di età. L’identificazione precoce con diagnosi accurate e il trattamento integrato della depressione, avvertono gli esperti, è un intervento preventivo di primaria importanza per ridurre il rischio di suicidio in età evolutiva. I dati raccolti al Bambino Gesù tra il 2011 e il 2018 segnalano un aumento di 20 volte del numero delle consulenze effettuate in urgenza da specialisti neuropsichiatri dell’infanzia e dell’adolescenza per ideazione suicidaria, tentativo di suicidio e comportamenti autolesivi nei giovani tra i 10 e i 18 anni. La pandemia ha peggiorato il fenomeno, con un raddoppio dei tentati suicidi e episodi di autolesionismo. Più nel dettaglio, nel mese di aprile 2020 il 61% delle consulenze neuropsichiatriche ha riguardato fenomeni di ideazione suicidaria e tentativi di suicidio (rispetto al 36% dell’aprile 2019). A gennaio 2021, durante la seconda ondata pandemica, il 63% delle consulenze è stato effettuato per ideazione suicidaria e tentativo di suicidio (rispetto al 39% del gennaio 2020), con un conseguente aumento delle ospedalizzazioni per le stesse problematiche che sono passate dal 17% nel gennaio 2020 al 45% del totale nel gennaio 2021. I comportamenti autolesivi (soprattutto lesioni da taglio) sono stati rilevati nel 52% dei ricoveri di gennaio 2021, in aumento rispetto al 29% dell’anno precedente. “Il Servizio per la gestione dell’autolesionismo e la prevenzione del suicidio in età evolutiva si offre come centro di riferimento con lo scopo di prendere in carico rapidamente i bambini e gli adolescenti che giungono al Pronto Soccorso per ideazione suicidaria, tentativo di suicidio o comportamento autolesivo, avviando quanto prima un inquadramento diagnostico ed un trattamento integrato farmacologico per il paziente e psicoterapeutico per l’intero nucleo familiare”, sottolinea Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù. Questo modello di presa in carico “permette – sottolinea – uno stretto monitoraggio dei ragazzi e delle loro famiglie nella fase acuta per ridurre il rischio di ripetuti comportamenti autolesivi, difficoltà gestionali per le famiglie e sovraccarico dei servizi ospedalieri dedicati all’urgenza”. Il Servizio del Bambino Gesù è integrato da una linea telefonica per le consulenze psicologiche urgenti, attiva tutti i giorni 24 ore su 24. (ANSA).

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