Social e adolescenti, nella pandemia boom di utilizzo Cresce uso precoce

L’anno di emergenza Covid ha reso sempre più invasiva la presenza dei social network nella vita degli adolescenti e ulteriormente abbassato l’età in cui i ragazzi entrano in possesso di uno smartphone. Emerge dall’edizione 2021 dell’indagine sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia, realizzata da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca Iard su un campione di oltre 10500 studenti tra i 13 e i 19 anni. Le ore passate in rete, senza contare quelle della scuola a distanza, si sono moltiplicate. L’80% degli adolescenti ha affermato di aver utilizzato i social, nell’anno della pandemia, “più che in passato” e tra questi il 45% ha precisato “molto più che in passato”. Se fino a febbraio 2020 alcuni genitori cercavano di mettere regole e contenerne l’uso, per gli esperti “oggi – dopo mesi in cui la permanenza full time in rete è stata sdoganata se non addirittura promossa dagli stessi genitori (“almeno fa qualcosa”) – sarà difficile tornare indietro. Come sarà difficile che quel 76,5% di adolescenti che non spegne il cellulare neanche di notte cominci a farlo”. L’overdose social non sembra però aver incrementato il cyberbullsmo. Il 74% sostiene che su questo fronte nulla è cambiato, né in meglio né in peggio, un 6,4% parla di episodi aumentati all’interno delle proprie frequentazioni, ma un 17% segnala una diminuzione. Il fenomeno che appare più insidioso, relativamente all’uso di telefonini e social, è un sempre maggiore utilizzo precoce. Nel 2019 aveva lo smartphone a meno di 11 anni il 60,4% degli adolescenti (era il 40,9% nel 2016), oggi la percentuale è salita al 78,1%. Discorso analogo per l’uso di social da parte degli under 11: 20,5% nel 2016; 34,5% nel 2019; 41,8 nel 2021. Tra i più trendy, TikTok è passato in un anno da un utilizzo da parte del 28,7% del campione (indagine 2020) al 65% (indagine 2021).Se Facebook continua la sua inesorabile discesa tra i “teen” (ormai lo utilizza meno del 15%) rimane stabile Instagram (90%). Per Whatsapp si conferma un utilizzo pressoché universale (oltre il 98%). “Se appare utopico pensare di poter invertire la tendenza – commenta Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza – dovremmo almeno cercare di gestire il fenomeno insegnando a ragazze e ragazzi a riconoscere e limitare i rischi”. (ANSA).

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