Landini, riprendiamoci le piazze. Il blocco dei licenziamenti va prorogato

Cgil, Cisl e Uil sono scesi in piazza, davanti a Montecitorio, per la mobilitazione a sostegno della vertenza per la proroga del blocco dei licenziamenti almeno fino al 31 ottobre e per chiedere al Governo impegni precisi su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, salvaguardia dei livelli occupazionali, nuove politiche industriali e riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive.

Dopo aver incassato ieri il risultato sul Dl semplificazioni, con lo stop al principio del massimo ribasso negli appalti, nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi con il premier Mario Draghi e i ministri del Lavoro, Andrea Orlando, delle Infrastrutture, Enrico Giovannini e della Funzione pubblica, Renato Brunetta, i sindacati non intendono mollare la presa sui licenziamenti.

“La mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil a sostegno della richiesta di proroga del blocco dei licenziamenti almeno fino a ottobre continuerà. I sindacati non accetteranno passivamente che dal primo luglio si possa licenziare nelle grandi imprese”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “Il primo luglio – ha affermato Landini – non può essere il giorno in cui partono i licenziamenti. Se non cambierà la norma non saremo disponibili a subire passivamente. Questo è un messaggio chiaro anche per le imprese. Ognuno si assuma le proprie responsabilità perché le chiacchiere sono finite. La mobilitazione, dunque, prosegue”. Per il numero uno del sindacato di Corso d’Italia questo non vuol dire prorogare all’infinito i licenziamenti, ma ora serve una difesa del lavoro fino a una riforma degli ammortizzatori sociali inclusiva e universale, che tuteli i lavoratori indipendentemente dal tipo di contratto.

Landini ha anche parlato del Dl semplificazioni e del risultato incassato ieri con la cancellazione delle gare al massimo ribasso. “Vedremo nei dettagli come andrà oggi il Cdm – ha aggiunto – il confronto iniziato ieri ha prodotto un primo risultato. Sul subappalto e l’applicazione di contratti e diritti negli appalti abbiamo avanzato delle proposte. Vedremo cosa accadrà nelle prossime ore”. Il segretario generale della Cgil ha inoltre ribadito che sulle riforme è necessario che il Governo si confronti e negozi preventivamente con le parti sociali. “Abbiamo chiesto che questa sia la regola. Non ci accontenteremo di un risultato pure importante come quello raggiunto ieri. Vogliamo che il Governo si confronti con le persone che lavorano e che pagano le tasse”.
“Dobbiamo proseguire la nostra mobilitazione, nei luoghi di lavoro, nei territori. È venuto il momento. Riprendiamoci le piazze, la democrazia è fatta anche di proposte e di conflitto”. Con queste parole Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha concluso il suo intervento.

Per Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, la proroga del blocco dei licenziamenti è una scelta necessaria, imposta ancora dall’attuale crisi pandemica, un argine per “evitare uno tsunami sociale”. Il leader della confederazione di via Po ha ricordato che, secondo le stime di Governo e Bankitalia, rischiano di perdere il lavoro altre cinquecentomila persone oltre al milione di posti andati in fumo lo scorso anno. “Non accetteremo un’ulteriore perdita di posti di lavoro – ha affermato – ci sono interi comparti e filiere che stanno soffrendo la crisi economica causata dall’emergenza sanitaria. Per questo continueremo la mobilitazione come stiamo facendo da molte settimane e chiediamo al Governo di aprire il confronto sul blocco dei licenziamenti e ritornare sui propri passi”.  Sbarra ha poi sottolineato che le tre confederazioni sindacali sono in piazza oggi anche per chiedere misure concrete per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro.

“Continua la lunga scia di sangue – ha detto – basta, il Governo si attivi e apra subito un confronto. Chiediamo una cabina di regia per concertare e negoziare un piano per la sicurezza. Servono più controlli, più ispettori e più verifiche e poi bisogna fare tanta formazione”.

Da gennaio ad oggi sono morte sul lavoro 306 persone. E’ una strage, una vergogna”. Lo ha detto il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri “La sicurezza è un’emergenza nazionale bisogna richiamare ognuno alle proprie responsabilità”. Sul blocco dei licenziamenti, il numero uno della Uil ha invocato la mediazione del Governo perché “quella di Draghi è la posizione di Confindustria, che non rappresenta tutte le imprese e che forse non è nemmeno la maggioranza delle imprese”.

Bombardieri ha aggiunto che la mobilitazione del sindacato continua per tutelare e preservare la coesione sociale, ed è in questa direzione che il Governo si deve muovere. Sulla eventualità di uno sciopero generale, il leader della Uil ha aggiunto che “gli scioperi non si minacciano, si fanno quando è necessario”. Bombardieri ha inoltre sottolineato che “oggi siamo in piazza alla fine di un percorso di mobilitazione nei territori con 400 assemblee. Ieri abbiamo raggiunto un risultato importante con lo stop delle gare al massimo ribasso. Sulla sicurezza nei luoghi di lavoro bisogna fare un’ulteriore riflessione perché c’è mancanza di rispetto per le vite umane”.

Pulsante per tornare all'inizio