“Ci troviamo costretti a ritornare sullo “sciopero” fiscale organizzato da Confcommercio e altre associazioni.
La replica odierna della Presidente di Confcommercio Pisa è diretta alla Cgil e alla nota da me inviata ai mezzi di informazione nei giorni scorsi.
Continuiamo ad essere stupiti e interdetti dal fatto che si confonda lo “sciopero” fiscale con il tradizionale sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori.
Mentre con quest’ultimo si rinuncia alla prestazione e ad una parte del salario, con il primo non si ottempera ad un obbligo e ad vincolo di comunità, non pagare le tasse e non alimentare il circuito dei servizi pubblici.
Direi che la differenza è fondamentale e non ha nulla a che vedere con il diritto costituzionale di manifestare dissenso e contrarietà, che deve essere garantito a tutti nel rispetto, però, di vincoli costituzionali altrettanto forti.
Chi e cosa garantirebbe il diritto alla salute, all’istruzione se non la fiscalità generale? Insomma tutti soffrono in questa vicenda pandemica ed una parte, in tutta tranquillità, pensa bene di ritrarsi dal suo dovere civico.
Allora cosa dovrebbero fare lavoratori dipendenti e pensionati, con ritenuta alla fonte, e che alimentano per circa il 90% l’Irpef? Lavoratori che in gran parte sono rimasti inattivi, con ammortizzatori sociali che sono al lordo e su cui pagano…le tasse!
Nessuno, men che meno la Cgil, ha intenzione di far chiudere le imprese.
Pensiamo invece che tutti insieme dobbiamo superare questo difficile momento con le giuste tutele di diritti e di risorse per i lavoratori e per le imprese, a cui il Governo ha messo mano.
Abbiamo in questi mesi fatto la nostra parte in tutte le sedi e continueremo a farla affinché si operi per uno sviluppo di qualità e sostenibile, superata l’emergenza sanitaria.
Ciò che manca va giustamente rivendicato, ma non a danno di altri come quando non si pagano le tasse dovute”.
Lo dichiara Mauro Fuso Segretario Generale Cgil Pisa
La replica odierna della Presidente di Confcommercio Pisa è diretta alla Cgil e alla nota da me inviata ai mezzi di informazione nei giorni scorsi.
Continuiamo ad essere stupiti e interdetti dal fatto che si confonda lo “sciopero” fiscale con il tradizionale sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori.
Mentre con quest’ultimo si rinuncia alla prestazione e ad una parte del salario, con il primo non si ottempera ad un obbligo e ad vincolo di comunità, non pagare le tasse e non alimentare il circuito dei servizi pubblici.
Direi che la differenza è fondamentale e non ha nulla a che vedere con il diritto costituzionale di manifestare dissenso e contrarietà, che deve essere garantito a tutti nel rispetto, però, di vincoli costituzionali altrettanto forti.
Chi e cosa garantirebbe il diritto alla salute, all’istruzione se non la fiscalità generale? Insomma tutti soffrono in questa vicenda pandemica ed una parte, in tutta tranquillità, pensa bene di ritrarsi dal suo dovere civico.
Allora cosa dovrebbero fare lavoratori dipendenti e pensionati, con ritenuta alla fonte, e che alimentano per circa il 90% l’Irpef? Lavoratori che in gran parte sono rimasti inattivi, con ammortizzatori sociali che sono al lordo e su cui pagano…le tasse!
Nessuno, men che meno la Cgil, ha intenzione di far chiudere le imprese.
Pensiamo invece che tutti insieme dobbiamo superare questo difficile momento con le giuste tutele di diritti e di risorse per i lavoratori e per le imprese, a cui il Governo ha messo mano.
Abbiamo in questi mesi fatto la nostra parte in tutte le sedi e continueremo a farla affinché si operi per uno sviluppo di qualità e sostenibile, superata l’emergenza sanitaria.
Ciò che manca va giustamente rivendicato, ma non a danno di altri come quando non si pagano le tasse dovute”.
Lo dichiara Mauro Fuso Segretario Generale Cgil Pisa