Si rafforza la disponibilità di assistenza nelle strutture sanitarie alternative agli ospedali come le Usca (le unità speciali di continuità assistenziale) per gestire i casi moderati-lievi di Covid-19. Con in testa la Toscana che ha 958 camere di cui 621 attualmente occupate con Usca presenti all’interno degli alberghi con maggior numero di camere disponibili. Lo dice l’Instant Report Covid-19 dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica (Altems). Oltre alla Toscana, la Basilicata ha attivato 119 camere nella provincia di Potenza e 157 nella provincia di Matera. Il Piemonte presenta 2271 camere con l’obiettivo di attivare 1 posto letto ogni 4.000 abitanti. In Campania risulta disponibile l’Ospedale del Mare con 84 camere, tra singole e doppie, di cui 14 già occupate. Il Lazio ha attivato 800 posti letto in diverse strutture alberghiere e presenta al momento un tasso di occupazione al 50%; mentre la Liguria mostra 455 posti letto attivi. L’Umbria, con 74 attivi, sta verificando l’idoneità di ulteriori strutture sul territorio mentre nella regione Marche sono ad oggi stati attivati 637 posti letto. Nella Regione Puglia risultano attivi 217 posti letto, mentre in Abruzzo sono stati messi a disposizione 24 appartamenti del progetto Case di Roio (L’Aquila). L’Emilia-Romagna segnala che nei 4 alberghi presenti sul territorio l’83% dei posti letto è ancora disponibile e le strutture ricettive destinate all’isolamento sono libere al 40%. In Sicilia, invece, è presente almeno un covid hotel per ogni provincia ed all’interno dell’Ats Milano risultano attivi 3 covid hotel. “Le restanti regioni – spiega il rapporto – si stanno attivando nel reperimento di strutture disponibili attraverso la pubblicazione di bandi e manifestazioni di interesse”. “Se è vero che le pandemie si combattono sul territorio e a casa del paziente – spiega il professor Americo Cicchetti, Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – ciò è ancor più vero in questa seconda ondata. La proporzione di pazienti gestiti al domicilio è cresciuta enormemente in questa fase, e la vera sfida è rendere disponibili strutture intermedie. Ancora una volta registriamo una estrema variabilità nella disponibilità di queste strutture fondamentali nelle diverse Regioni” . (ANSA).
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Fimmg, da Regioni nessun dato su effettive attività Usca “Scotti, attivazione non dimostra visite domiciliari ai pazienti
“Non abbiamo dalle Regioni alcun dato sui reali tassi di assistenza domiciliare ai pazienti da parte delle Usca, (Unità speciali di continuità assistenziale). Il numero delle Usca attivate non dimostra quali siano le effettive mansioni, ci risulta che spesso vengano utilizzate per altre attività dai Dipartimenti di prevenzione. L’attività delle Unità è molto ridotta, infatti i pazienti in isolamento continuano a chiamare noi medici di famiglia”. Lo ha detto il segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg) Silvestro Scotti. E ha sottolineato che attualmente i contagiati in isolamento a casa sono circa 800 mila, 500 mila i guariti, tra cui molti con ‘sequele di sintomi’ e sempre a carico della Medicina generale. (ANSA).