VALORE LAVORO PER UNA NUOVA STAGIONE ETICA E POLITICA

Aldo Schiavone ha recentemente scritto di come la dimensione e la forza di questa crisi inedita non ridisegni solo il quadro economico e sociale, ma insieme politica e cultura del tempo che viviamo.Aggiungo anche della sua dimensione etica.Non vi ? dubbio, infatti, che quanto accaduto trova origine anche in una profonda crisi morale nel rapporto tra impresa e cittadino. Perch? ? in quel perimetro che si ? dato ideologicamente valore assoluto al denaro, esaltandolo da mezzo a fine e assumendolo come fattore pressoch? unico nel ruolo di generatore di ricchezza. Tutto ci? ha marginalizzato il lavoro, il valore sociale d?impresa, ha prodotto la svalutazione dei saperi, dei talenti e delle conoscenze.D?altra parte, se oggi milioni di cittadini di tutto il mondo si misurano con il proprio impoverimento, sia del risparmio accumulato, sia della propria capacit? d?investimento, finanche della propria pensione, non lo devono all?avverarsi delle paure del nostro tempo.Non sono stati impoveriti da quelle orde di diseredati che premono ai nostri confini e alle nostre coscienze, n? tantomeno da un proletariato velleitario e riottoso ad ogni disegno riformista. Debbono il loro drastico impoverimento piuttosto ad amabili e colti banchieri, a splendidi e brillanti travet finanziari.Il mondo deve la sua crisi ad un sistema di speculazione che ha prodotto un crack stimato fra i 600 e 700 trilioni di dollari. Tutto ci? non sarebbe stato possibile senza una caduta etica e morale del sistema.Perch? il sistema era consapevole di ci? che si andava preparando, non fosse altro per gli allarmi arrivati in casi come la Enron, piuttosto che Cirio e Parmalat. Non si ? voluto vedere! Chi doveva controllare non ha controllato. Chi doveva regolare non ha regolato. In questo anche la politica ha le sue responsabilit?.La politica si ? mostrata debole quando non accondiscendente. Come dimenticare il furore ideologico con cui la destra in tutto il mondo ha teorizzato e agito a sostegno di questo ?disastro perfetto?. E come sottovalutare la fragilit? con la quale il campo della sinistra ha assimilato parte di quelle tossine.Oggi la politica, tutta, paga un prezzo grande perch? deve fare i conti con i danni di tutto questo. Chiunque governi si misura con licenziamenti, contrazione dei consumi, riduzione del reddito e delle protezioni sociali.Ci sar? un bel da fare, ma si deve ripartire da qui! Spetta alla politica rimediare al danno, ma deve anche impedire che quanto avvenuto possa ripetersi.Vengono quindi naturali due domande. Si pu? fare tutto ci? senza una migliore relazione fra etica e politica? Vi sono le condizioni perch? questo possa avvenire in Italia, dove la questione morale ? da sempre un nodo irrisolto ? Questi sono i quesiti che devono porsi tutte le classi dirigenti.E? da quando Berlinguer pose al Paese la questione morale che si ? pi? volte affrontato il tema con scarso successo.Purtroppo non ? bastata la forza di quel pensiero, e non ? riuscita neppure la lunga stagione d?intervento e di denuncia della magistratura.Eppure proprio per la gravit? di ci? che ? accaduto, per la forza d?impatto sulle condizioni di vita di tante persone illuse dalla magia del mercato senza regole, dei facili guadagni, o disilluse dalle sconfitte politiche e dai tempi infiniti delle azioni giudiziarie, che oggi si svelano opportunit? inedite per cambiare.Si apre una fase nuova nella quale l?idea che la morale possa rappresentare un fatto intrinseco alla politica, un presupposto che viene prima della politica stessa e non un suo valore aggiunto, non appare pi? un discorso da anime belle, ma una questione centrale per affrontare la crisi e la globalizzazione e ridare fiducia alle persone.Per tutto ci? ritrova attualit? la questione morale. Per questo non solo si pu?, ma si deve affrontarla.Come dice Sergio Givone, ?L?etica ? la condizione della politica, perch? in essa vi ? il senso del bene comune, il suo motore ideale. Togliete alla politica la sua tensione morale, che cosa rimane? Ben poco. Tutt?al pi? una tecnica per regolare i conflitti. Non certo una prassi il cui principio regolatore sia la giustizia sociale, la promozione dell?uomo, la creazione di opportunit? senza discriminazioni??L?augurio ? che si apra una stagione etica e politica che sappia restituire al lavoro il prestigio sociale e l?importanza che ha nella vita delle persone.Dove ci ha portato la caduta morale, fondata su speculazione e rendita, ? sotto gli occhi di tutti.

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