Mattarella, tutela salute metro di civiltà delle economie avanzate

“Per la sicurezza sul lavoro protezione totale”, è lo slogan scelto dall’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro (Anmil) per questa 70esima edizione della Giornata nazionale dedicata alle vittime degli incidenti sul lavoro, in programma oggi domenica 11 ottobre. A causa dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, le tradizionali celebrazioni previste su tutto il territorio nazionale si svolgeranno in forma ridotta e saranno focalizzate sul racconto delle esperienze di vita di invalidi del lavoro e superstiti.

“L’impegno per la sicurezza sul lavoro non arretri per eventi emergenziali”

“L’impegno per garantire la massima sicurezza sul lavoro non deve arretrare di fronte a nessun evento emergenziale, perché la tutela della salute di chi lavora costituisce un bene primario su cui si misura la civiltà delle economie avanzate. L’auspicio è che, nonostante le condizioni difficili create dalla pandemia, si tragga la spinta per aumentare gli investimenti sulla sicurezza, avvalendosi dei progressi offerti dalle nuove tecnologie e degli avanzamenti compiuti in questi anni dalla ricerca scientifica”. E’ quanto chiede il presidente Sergio Mattarella in un messaggio inviato al Presidente dell’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro – ANMIL, Zoello Forni.

Mattarella, ripercussioni drammatiche sulla salute dei lavoratori – “In occasione della settantesima edizione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, rivolgo un cordiale saluto agli organizzatori e a tutti i partecipanti a questo appuntamento, che ci deve far riflettere sull’importanza della sicurezza sui luoghi di lavoro, per trovare soluzioni condivise ed efficaci in termini di prevenzione degli infortuni”. Lo afferma il presidente Sergio Mattarella in un messaggio inviato al presidente dell’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro – ANMIL, Zoello Forn. “Quest’anno, a causa della pandemia si sono avute ripercussioni drammatiche sulla salute dei lavoratori. In molti sono stati particolarmente esposti al rischio, come nel caso del personale sanitario e socio-assistenziale. Dobbiamo ringraziare medici, tecnici della salute e tutto il personale dei servizi sanitari per aver fronteggiato inedite situazioni di emergenza: è questo l’ambito in cui si collocano un terzo degli infortuni con esiti mortali denunciati all’Inail nel primo semestre di quest’anno. Allo stesso modo, i lavoratori dei servizi essenziali, che hanno consentito la prosecuzione delle tante attività economiche ritenute indispensabili alla nostra vita quotidiana, hanno svolto la propria prestazione in condizioni di preoccupazione per la propria salute, permettendo a tutti noi di fronteggiare un momento drammatico. L’impegno per garantire la massima sicurezza sul lavoro – aggiunge Mattarella nel messaggio – non deve arretrare di fronte a nessun evento emergenziale, perché la tutela della salute di chi lavora costituisce un bene primario su cui si misura la civiltà delle economie avanzate. L’auspicio è che, nonostante le condizioni difficili create dalla pandemia, si tragga la spinta per aumentare gli investimenti sulla sicurezza, avvalendosi dei progressi offerti dalle nuove tecnologie e degli avanzamenti compiuti in questi anni dalla ricerca scientifica”. Oggi, la Giornata nazionale delle vittime degli incidenti sul lavoro, a differenza degli altri anni, si svolgerà in modo diverso a causa della pandemia, ma forte è l’impegno e la volontà di superare questa ferita sociale che lacera il nostro Paese. Desidero augurare il miglior successo alla celebrazione odierna che deve essere un’esortazione ad orientare l’azione comune delle Istituzioni verso la salvaguardia della salute e della sicurezza per il futuro lavorativo dei nostri concittadini».

 Gli infortuni in Toscana al 31 agosto 2020

LE DICHIARAZIONI IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DELLA INIZIATIVA

Conte: “La sicurezza sul lavoro è uno dei pilastri di una società progredita, moderna e civile”. “Ogni cittadino cui si è prestata assistenza, ogni protocollo stipulato con le Istituzioni, rappresentano il riconoscimento del vostro fondamentale lavoro sul campo”, queste le parole contenute nel messaggio con il quale il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha fatto giungere i suoi ringraziamenti all’Anmil per l’impegno e le attività svolte quotidianamente da oltre 75 anni. “Mi permetto, inoltre – si legge ancora nel testo – di aggiungere come oggi la vostra attività di diffusione della “cultura della sicurezza” sia particolarmente importante, in un momento di grandi trasformazioni per il Paese. É una fase cruciale, fondamentale per progettare il futuro insieme, fianco a fianco. Il tema della sicurezza sul lavoro – prosegue il premier – è infatti uno dei pilastri sui quali non può non reggersi una società che si definisce progredita, moderna, civile. Nel 2020 subire un infortunio invalidante o, peggio ancora, perdere la vita mentre si sta svolgendo il proprio lavoro non può essere più considerato accettabile”.

Catalfo: “Attività di formazione e informazione mirate per contrastare gli infortuni”. “Intervenire dopo aver ascoltato delle testimonianze così forti non è facile”, ha commentato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo. “Lo straziante dolore che oggi la signora Batignani e la signora Intini Di Guida hanno voluto condividere con noi è terribilmente ingiusto. A queste due coraggiose signore va tutta la mia vicinanza. Purtroppo – ha sottolineato – non si può tornare indietro ma, guardando al futuro, mi impegnerò al massimo per vincere la sfida di diminuire gli infortuni sul lavoro. Non riusciremo a eliminarli ma abbiamo il dovere di ridurli. Un’efficace azione di contrasto a questo drammatico fenomeno è possibile solo attraverso una mirata attività di formazione e informazione. I controlli – ha aggiunto – devono essere coordinati, la vigilanza deve essere rafforzata, la prevenzione deve avvenire sempre e in ogni luogo. È una grande sfida che possiamo affrontare unendo le forze, con l’Inail, con l’Ispettorato nazionale del lavoro, con Anmil e con altre associazioni che hanno la forza per portare avanti un argomento che sembra lontano e che poi invece ci tocca da vicino, tocca da vicino le nostre famiglie, ne condiziona tutto il percorso”.

Bettoni: “L’emergenza sanitaria ha cambiato le priorità legate alla salute e alla sicurezza sul lavoro”. “Analizzando gli ultimi dati disponibili – ha dichiarato il presidente dell’Inail, Franco Bettoni – ci si rende conto di come l’emergenza sanitaria abbia influenzato l’andamento infortunistico e cambiato le priorità legate alla salute e alla sicurezza dei cittadini e dei lavoratori. Al 31 agosto 2020 – ha spiegato – le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail sono state 322.132, in calo del 22,7% rispetto al 2019. Prendendo in considerazione il totale delle infezioni di origine professionale da Covid-19, pari a 52.209 – ha aggiunto – il 71,3% riguarda le donne. Per quanto concerne invece i casi mortali, nei primi otto mesi del 2020 si sono registrati un totale di 823 decessi, con un aumento del 20,1% rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre le denunce per Covid sono state 303, concentrate soprattutto tra gli uomini (84%). Dunque – ha concluso – da un lato il forte decremento delle denunce di infortunio è dovuto, purtroppo, alla chiusura delle attività produttive più a rischio durante il lockdown. Dall’altro lato, questa nuova tipologia di infortunio ha causato un aumento considerevole dei casi mortali, concentrati principalmente nel settore della sanità”.

Forni: “Una morte sul lavoro è un vulnus sempre irreparabile”. Il presidente dell’Anmil, Zoello Forni, si è soffermato sull’importanza del risarcimento ai superstiti. “Una morte sul lavoro – ha spiegato – crea un danno, un vulnus sempre irreparabile, ma l’unico, seppur piccolo, ristoro sembra essere quello di risarcire le persone che erano vicine alla vittima, superando una visione limitativa e obsoleta dei legami che danno diritto alla rendita, il cui valore non può essere dettato solo dalle carte burocratiche ma dalla realtà operativa dei legami relazionali della vittima. L’assegno funerario e il Fondo vittime gravi infortuni – ha proseguito – sono due prestazioni pressoché sovrapponibili e appare doverosa una riflessione sull’opportunità di una loro razionalizzazione e migliore gestione. Potrebbe essere valutata l’unificazione delle due prestazioni, attraverso il trasferimento delle somme del Fondo per le vittime di gravi infortuni all’Inail, il quale provvederà ad erogare d’ufficio alle famiglie delle vittime una prestazione di sostegno adeguata alle loro esigenze”.

Pulsante per tornare all'inizio