TOSCANA, CENTO CRISI E UN FRENO TIRATO

A rischio ventimila posti, cassa integrazione record. Don Momigli: attenzione non solo al lavoratore ma anche alla sua famiglia Solo in Regione, lo scorso anno, sono stati aperti settanta tavoli di crisi per altrettante aziende in difficolt…. Si tratta di quelle pi— grandi, dalla Lucchini di Piombino alla Mabro di Grosseto. Un fenomeno che ha coinvolto circa 20 mila lavoratori. Ma Š la punta delliceberg per uneconomia, come quella toscana, basata sulle piccole e medie imprese: nel caso delle Pmi le crisi passano dalle Province (talvolta neppure ci arrivano). Se ne contano dieci soltanto in provincia di Firenze, il che fa pensare che siano almeno cento quelle rilevanti in Toscana.Ma Š quasi impossibile fare una mappa di tutte le aziende che corrono il rischio di essere spazzate via nel 2013. ®Solo nel settore delle costruzioni, si viaggia al ritmo di 100 posti di lavoro persi al giorno¯ racconta Daniele Quiriconi della Cgil Toscana. Se non bastassero questi dati, ci sono quelli sulla Cassa integrazione: ®Siamo ai livelli del 2010¯ il momento peggiore della crisi, ricorda Quiriconi. Nel 2012 sono state pagate 53.851.323 ore di Cassa integrazione, la situazione peggiore nelle province di Lucca con pi— 118% rispetto al 2011, Livorno con pi— 67,86, Siena con pi— 33,69%. I settori pi— coinvolti: industria, commercio, artigianato. Una situazione drammatica: racconta Don Giovanni Momigli (responsabile lavoro della Diocesi di Firenze, ex sindacalista) che ®il cardinale Betori Š preoccupato: non passa giorno senza che qualcuno chieda lintervento della Chiesa¯. Oltre allaiuto immediato ®ma non abbiamo la bacchetta magica¯ partiranno corsi di autoimprenditorialit…: ®Lattenzione non sia solo verso i lavoratori, ma anche alla sua famiglia e alla comunit…¯. Le grandi imprese Scorrere lelenco delle aziende seguite dalla Regione fa impressione. CŠ il caso dellacciaieria Lucchini di Piombino, ora commissariata, con 2.200 dipendenti.Ma anche lAnsaldoBreda, altri 880 lavoratori a Pistoia, sulla quale pesano ancora incertezze sul futuro. Alcune, come la Beltrame di San Giovanni Valdarno, hanno in programma la riapertura a met… 2013, con il rientro di tutti i lavoratori a febbraio. Vecchie e nuove ferite Ci sono i casi mai risolti, come lEx Isi, che in realt… uno potrebbe citare come ex Easy Green, ex Zanussi, insomma un passo avanti nei nomi ma nessuna soluzione per i 314 dipendenti, se non per una settantina a cui si Š aperto un varco verso unaltra azienda. Ancora: 340 operai a rischio alla Buitoni di Sansepolcro, 140 alla Nca di Massa, 157 alla Shellbox di Castelfiorentino, 142 della ex Delphi di Livorno che dovevano essere riassorbiti dalla De Tomaso. E, dopo la Richard Ginori con i suoi 200 dipendenti ed i 100 della Seves a Firenze, lultima mazzata: la Kme, azienda leader mondiale nella produzione di rame, che pure aveva investito nello stabilimento di Fornaci di Barga, paga la crisi automobilistica e delle costruzioni: a rischio 300 dipendenti. Le costruzioni Proprio quello delle costruzioni Š uno dei settori pi— colpiti: gi… falcidiato in Toscana prima della crisi per le vicende giudiziarie (e non solo) con la perdita dei colossi Btp e Consorzio Etruria, ora si tocca tutta la filiera.La Colacem ex Italcementi di Pelago ha messo in cassa integrazione 50 dipendenti, la Buzzi Unicum di Settimello vive ore ugualmente difficili, ma soprattutto Š stata colpita la Varvarito, che ha messo in mobilit… 106 dipendenti: come hanno ricordato gli stessi sindacati, Š ®lazienda pi— grande e rappresentativa rimasta in provincia di Firenze nel settore edile¯ anche se la societ…, che opera nel campo del movimento terra e trattamento di inerti, ha sede legale a Firenze e il sito operativo a Prato (zona macrolotto). Lanalisi sulle dimensioni La crisi ha colpito tutti, si salva (ormai Š un mantra) solo chi esporta (soprattutto nel lusso e moda) e chi riesce ad innovare. Ma con una specificit… toscana: il rapporto Ires (che Š il centro studi Cgil) del 2012 ricorda che ®in Toscana si riscontra una numerosit… di imprese che introduce innovazioni di prodotto principale in numero sensibilmente inferiore alla media nazionale e alle regioni benchmark (quelle che fanno da punto di riferimento, ndr), sebbene le analisi rivelino che proprio la vendita di tali prodotti innovativi incida notevolmente sui ricavi¯.Non solo: ®Confrontando il dato della regione del settore manifatturiero con quello nazionale, per quanto attiene alla percentuale di imprese che ha introdotto almeno una forma di innovazione, si delinea un quadro che non presenta profonde differenze se non nella composizione. In Toscana le classi dimensionali con performance migliori sono la micro e la piccola impresa mentre, su scala nazionale, sono la media e la grande¯. E il forte ®ridimensionamento¯ avvenuto dopo il 2009 nella grande impresa, ha accelerato ancora di pi— questo processo: innovano principalmente i piccoli, ma con effetti limitati sulloccupazione. A questo fattore si sommano le difficolt… del credito (s, perch‚ anche le banche toscane, a partire da Mps, sono in crisi). Con il rischio che avvenga quel fenomeno, gi… esplosivo in altri Paesi europei a partire dallInghilterra, che il Financial Times chiama ®lascesa degli zombi¯: aziende che riescono a pagare i debiti pregressi magari con gli aiuti dello Stato, ma non possono pi— investire in innovazione, ricerca, sviluppo, a volte semplicemente nuovi macchinari. Insomma, morti viventi: zombi, appunto.Marzio Fatucchi, Corriere Fiorentino, 10 gennaio 2012

Pulsante per tornare all'inizio