SVIMEZ:SUD TRA VECCHIE E NUOVE POVERTA’ 18% FAMIGLIE VIVE CON MENO DI 1000 EURO AL MESE

Il Sud tra vecchie e nuove poverta’ non tiene al brusco peggioramento del quadro internazionale che si e’ verificato nei primi mesi del 2008, che fa seguito a segnali di indebolimento della crescita economica dell’anno precedente. Il 18% delle famiglie vive con meno di 1.000 euro al mese, contro il 7% del nord. Le condizioni di ‘tenuta’ delle famiglie sembrano ulteriormente aggravarsi nella fase piu’ recente, in conseguenza dell’aumento di tensioni inflazionistiche, i cui effetti rischiano di essere particolarmente sensibili per le classi di reddito piu’ basse, come noto concentrate nel Mezzogiorno.La fase di ripresa che dal 2006 aveva infatti riguardato anche l’Italia sembra essersi ormai esaurita. In un simile quadro nazionale, il Mezzogiorno pur seguendo il profilo congiunturale del resto del Paese si e’ mantenuto su tassi di crescita stabilmente piu’ bassi. La permanenza di un divario di crescita che prescinde dalla dinamica del ciclo economico rappresenta un elemento che caratterizza tutti gli anni 2000 e riflette la mancata soluzione di problemi strutturali dell’economia meridionale, aggravatisi nel nuovo quadro internazionale.In base a valutazioni di preconsuntivo elaborate dall’istituto di ricerca Svimez, il pil e’ aumentato al Sud nel 2007 dello 0,7%, un punto in meno che nel resto del paese, con un calo di 0,4 punti percentuali rispetto al 2006.Con il 2007 sono ormai sei anni consecutivi che il Mezzogiorno cresce meno del resto del Paese. Dal 2002 ad oggi l’incremento cumulato del prodotto a prezzi concatenati delle regioni meridionali e’ stato poco meno di un terzo di quello del centro-nord (rispettivamente, 2,4% e 6,4%). Bisogna risalire ai primi anni ottanta e all’espansione dell’economia distrettuale nel Centro-Nord per ritrovare un’interruzione cosi’ intensa dei processi di convergenza.In termini di prodotto per abitante il risultato del Mezzogiorno appare meno sfavorevole, per effetto della diversa dinamica della popolazione. Negli ultimi sette anni infatti nonostante l’economia del Mezzogiorno sia cresciuta meno di quella del resto del Paese (0,7% in media annua, rispetto all’1,2% del resto del Paese), l’aumento della popolazione residente al Centro-Nord (6% rispetto all’1% al Sud nel periodo 2000-2007), dovuto principalmente all’immigrazione straniera ma anche a seguito di movimenti migratori interni, ha comportato una lieve diminuzione del divario: dal 2000 il gap si e’ ridotto di 1,2 punti percentuali.ASCA

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