SUD: CENSIS, ABBANDONATO A SE STESSO REDDITI PIU’ BASSI CHE IN GRECIA

Il mezzogiorno italiano e’ abbandonato a se stesso con i redditi scesi a livelli piu’ bassi della Grecia e il Pil in forte recessione con un decremento del 10% tra il 2007 e il 2012 a fronte della flessione del 5,7% registrata nel centro-nord.E’ quanto emerge dal rapporto ‘La crisi sociale del Mezzogiorno’ realizzato dal Censis nell’ambito dell’iniziativa annuale Un giorno per Martinoli. Guardando al futuro.La ricerca e’ stata presentata oggi a Roma da Giuseppe De Rita e Giuseppe Roma, presidente e direttore Generale del Censis, e discussa da Antonio Silvano Andriani, presidente del forum Ania-consumatori, Angelo Ferro, presidente della fondazione Oic onlus, Carlo Flamment, presidente del Formez Pa, Natale Forlani, direttore Generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, e Cesare Vaciago, gia’ direttore Generale del Comune di Torino Nei cinque anni della crisi il Pil italiano ha perso 113 miliardi di euro, molto piu’ dell’intero Pil dell’Ungheria, un paese di quasi 9 milioni d’abitanti. Di questi, 72 miliardi di euro si sono persi al centro-nord e 41 miliardi (pari al 36%) al Sud, cme attesta la ricerca.Ma la recessione attuale – evidenzia il Censis – e’ solo l’ultimo tassello di una serie di criticita’ che si sono stratificate nel tempo: piani di governo poco chiari, una burocrazia lenta nella gestione delle risorse pubbliche, infrastrutture scarsamente competitive, una limitata apertura ai mercati esteri e un forte razionamento del credito hanno indebolito il sistema-Mezzogiorno fino quasi a spezzarlo.Negli ultimi decenni il Pil pro-capite meridionale e’ rimasto in modo stabile intorno al 57% di quello del Centro-Nord, testimoniando l’inefficacia delle politiche di sostegno allo sviluppo messe in atto, che non hanno saputo garantire maggiore occupazione, nuova imprenditorialita’, migliore coesione sociale, modernizzazione dell’offerta dei servizi pubblici.ASCA

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