SMETTEREMO DI VERGOGNARCI SOLO ABOLENDO LA LEGGE BOSSI-FINI

Immagina. Tua madre che ti mette le scarpine nuove come augurio di una nuova vita. L’emozione, la paura, l’attesa. Il mare, le onde, la notte. La fame, la sete, la disperazione. Nessuno che ti soccorre, nessuno che si cura di te. Tua madre ti stringe forte, la disperazione. Nessuno ti soccorre. Tua madre ti stringe forte, poi il fuoco, il fumo, l’acqua fredda e le onde alte. Il gasolio. Lotti per sopravvivere, guardi tua madre che ti vede ingoiare e sputare acqua e gasolio. ? freddo, urli, piangi, cedi. Muori e tua madre ti vede morire. Muore insieme a te, abbracciata a te, con gli occhi rivolti al cielo, alla luce, all’aria, alla speranza. Questo ? successo, questo succede. Dietro i numeri, la cronaca, la vergogna e la commozione, questo c’?. Non accade a caso, non ? un destino cinico e baro, non ? la natura matrigna. Vogliamo rimuovere il fatto che terribili tragedie, dove i numeri diventano impossibili e insopportabili da credere, da immaginare, e dove le Istituzioni allineate si sprecano nel ribadire che certe stragi non si ripeteranno, che questa ? l’ultima volta. Cos partono i pellegrinaggi a Lampedusa, doverosi, ? il minimo. Arriva Barroso, presidente della commissione Europea, e in questo modo il governo italiano si sente, per la prima volta, ascoltato, soddisfatto. Le coste del Mediterraneo non sono pi? un problema solo del Bel Paese. Questo placa le nostre coscienze, ci basta che altri affrontino la questione. Vogliamo invece affrontare il fatto che in casa nostra, in Italia, sono state fatte leggi vergognose frutto di retaggi fascisti mai sopiti. Una Legge, quella Bossi-Fini, che impedisce addirittura di soccorrere le persone, se clandestini. Violando la legge del mare, la sacralit? del mare medesimo. Il dovere del soccorso. Perch? chi va per mare, chi ? viandante, conosce gli abissi della disperazione. Siamo tutti di passaggio su questa terra, atei, laici, credenti. Ma che Paese ? il nostro, che tutela la vita quando essa non c’? pi?, e imprigiona i vivi rei di voler vivere una vita che sia degna di essere vissuta. Piangiamo i morti ma cessi l’ipocrisia. Solo abolendo la legge Bossi-Fini, che fa della condizione di immigrato un reato, che vieta il soccorso pena l’accusa di favoreggiamento, che pensa di opporsi alle diseguaglianze del globo erigendo muri, solo cos le nostre lacrime saranno sincere. Per questa Legge i ‘viaggi della speranza’ sono solo un problema di ordine pubblico, si ricorre al diritto penale e alle forze dell’ordine. Alla base per? sappiamo bene che chi a suo tempo ha legiferato aveva alla base il Rifiuto del Diverso, l’esclusione di chi ? disperato per la guerra, la fame, le malattie e viene ad ‘invadere’ e per questo va rimandato indietro, rinchiuso dentro i CIE; ? diverso da noi, mette in pericolo la nostra cultura, la nostra religione. Ci stanno attaccando e vanno respinti, considerati colpevoli. Solo abolendo quella Legge potremo non pi? vergognarci. Si porti in Parlamento la proposta, se ne discuta, si misuri la coerenza fra atti e parole. E assieme si parli anche, finalmente, di diritti politici per i migranti, di eleggere e di essere eletti, di essere cittadini di questo Paese se in esso si nasce e si vive fin da piccoli. C’? un paradosso, uno dei tanti, troppi: cittadini da morti e clandestini da vivi… Ci spezzano il cuore quelle bare bianche di quei bimbi e bimbe con le loro scarpine nuove, frutto di sacrifici e ben auguranti.Che dal nostro cuore spezzato, nasca, finalmente, un Paese migliore.

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