Siena: Flai Cgil su operazione caporalato, ‘ci auspichiamo che si avvicini una primavera del lavoro’

La Flai Cgil di Siena segue con molta attenzione ed interesse gli sviluppi relativi alla maxi operazione di ieri svoltasi nel Chianti e che ha portato alla luce una grave situazione di sfruttamento di lavoratori e degrado in agricoltura.?Riteniamo quanto avvenuto – commenta il Sindacato provinciale dei lavoratori dell?agroindustria – come l’inizio dell’attuazione della legge 199 approvata dal Parlamento lo scorso ottobre. Contro lo sfruttamento del lavoro in agricoltura abbiamo portato avanti una lunga battaglia che Š durata anni e che Š sfociata nell’approvazione di una legge che introduce maggiori controlli e sanzioni amministrative e penali molto severe, sia per il ?caporale? che per l’azienda utilizzatrice. La legge Š stata un punto d’arrivo di un percorso e finalmente l’avvio di uno strumento efficace in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero e dello sfruttamento del lavoro in agricoltura, che anche nel nostro territorio tante volte abbiamo denunciato?.?Abbiamo sempre sostenuto – aggiunge la Flai – che i prodotti di eccellenza della nostra provincia devono far pari con un lavoro di qualit… ed equamente retribuito, perch‚ oltre ad essere intollerabile qualsiasi tipo di sfruttamento, il lavoro nero o sottopagato genera una concorrenza sleale verso le aziende che operano con correttezza. Come dire: oltre il danno la beffa!?.?Tante volte siamo stati inascoltati, ma tenacemente abbiamo proseguito su questa strada, – sottolinea l?organizzazione sindacale – e chiediamo con determinazione che la legge sia pienamente applicata e i responsabili puniti. Auspichiamo che il clamore di quanto Š successo porti a non girarsi pi— dall’altra parte, e a pretendere da parte di tutti, istituzioni, politica, associazioni di categoria, di fare sinergia per rimettere al centro il lavoro, le condizioni dei lavoratori, i prodotti e la qualit… di questo territorio, superando la logica del risparmio eo del profitto come unico obiettivo?.?Ci auspichiamo – conclude la Flai Cgil – che con il 21 di marzo si avvicini anche una primavera del lavoro, che parta dall’abolizione dei voucher e segni una nuova strada per rimettere al centro il lavoro, i lavoratori e la dignit… ritrovata?.Caporalato: Coldiretti Toscana, lotta senza confiniIl nostro impegno per combattere tutte le forme di illegalit… Š concreto e di alto profilo come dimostrato con l’istituzione del nostro Osservatorio sulla criminalit… nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare con la guida del magistrato Gian Carlo Caselli. Lo ha detto Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana denunciando l’esistenza di un ‘caporalato invisibile’, quello che viene importato dall’estero con il cibo presente in modo massiccio sui nostri scaffali. Dal riso asiatico alle conserve di pomodoro cinesi, dall’ortofrutta sudamericana a quella africana in vendita nei supermercati italiani fino ai fiori del Kenya, quasi un prodotto agroalimentare su cinque che arriva in Italia dall’estero non rispetta le normative in materia di tutela dei lavoratori, a partire da quella sul caporalato – ha spiegato il rappresentante della Coldiretti in una nota che auspica una veloce applicazione della legge sul contrasto al caporalato promosso dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando e di recente approvata dalla Camera. Tutto questo (riferendosi ai prodotti che arrivano sui nostri scaffali dall’estero e senza rispetto delle normative ndr) accade nell’indifferenza delle Istituzioni nazionali ed europee – ha incalzato Antonio De Concilio, direttore Coldiretti Toscana – che anzi spesso alimentano di fatto il commercio dei frutti dello sfruttamento con agevolazioni o accordi privilegiati per gli scambi che avvantaggiano solo le multinazionali. Un esempio Š rappresentato dalle importazioni di conserve di pomodoro dalla Cina al centro delle critiche internazionali per il fenomeno dei laogai, i campi agricoli lager che secondo alcuni sarebbero ancora attivi, nonostante l’annuncio della loro chiusura. Nel 2016 sono aumentate del 43% le importazioni di concentrato di pomodoro dal Paese asiatico che hanno raggiunto circa 100 milioni di chili, pari a circa il 10% della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente.(ANSA).ÿ

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