Rossi, in scuole referente Covid deve essere medico. Non sono tutti d’accordo

“In attesa che il tavolo nazionale sciolga tutti i nodi riteniamo che il referente Covid per ogni plesso scolastico debba essere un medico, presente nella struttura scolastica in raccordo coi dipartimenti di prevenzione delle Asl. Questo per due motivi: il primo è che la presenza di questa figura è garanzia di raccordo coi sistemi sanitari nazionale e regionale e il secondo perché garantire e distribuire competenze sanitarie elevate in un servizio fondamentale come l’organizzazione scolastica è condizione per l’esecuzione di tutte le azioni di prevenzione primaria e formazione che devono accompagnare il ritorno in presenza in classe”. Così il governatore Enrico Rossi motiva l’ordinanza con cui dispone che le Asl reclutino medici Covid da assegnare alle scuole in Toscana.
Inoltre “garantire e distribuire competenze sanitarie rappresenta anche un’estensione ragionevole delle ‘tre T’ (testare, tracciare, trattare) che sono competenza esclusiva del Sistema sanitario nazionale”, ha aggiunto Enrico Rossi. “L’emergenza Covid 19 – conclude – ha mostrato più che mai che i pilastri della Stato e del servizio pubblico sono la sanità e la scuola: due pilastri che devono integrarsi”. (ANSA).

Toscana, ordinanza per reclutare medici per le scuole
Firmata dal governatore della Toscana, Enrico Rossi, un’ordinanza che indica alle Asl di attivare le procedure per ricercare medici da dedicare alle attività sanitarie previste nelle scuole, per le problematiche poste dal Coronavirus, secondo i relativi protocolli del Ministero dell’Istruzione. L’ordinanza ha l’obiettivo della più ampia copertura possibile “delle 460 istituzioni scolastiche toscane con i loro 2600 plessi”. Con i medici individuati verranno stipulati specifici contratti libero professionali per la durata di tutto l’anno scolastico.
L’ordinanza è stata presa da Rossi in vista dell’apertura dell’anno scolastico. L’atto, si spiega dalla Regione, “non solo esplicita quanto previsto anche dalle linee di indirizzo nazionali elaborate dall’Istituto Superiore di Sanità per la ripresa delle attività scolastiche, ma risponde anche alla necessità di un ulteriore rafforzamento della sanità territoriale, il cui apporto è fondamentale per affrontare l’emergenza tuttora in corso”. Alle procedure previste dall’ordinanza potranno partecipare “laureati in medicina iscritti all’ordine anche non in possesso di specializzazione” e “medici in quiescienza”. L’elenco dei candidati dovrà essere disponibile entro il 30 settembre. (ANSA).

Coronavirus: Sarti, medico scolastico idea del Ventennio
“La figura del medico scolastico che il presidente della Regione Rossi vuole introdurre in tutte le scuole della Toscana è un’idea che si è già rivelata inutile, un residuo della vecchia medicina scolastica del Ventennio, portatrice di un falso messaggio medicalizzante delle strutture scolastiche e oltretutto ripetitiva di tante altre figure mediche che ruotavano, e ancora ruotano, attorno al bambino: il pediatra di famiglia, il pediatra del consultorio o il professore pagato dalla suocera perché aveva visto la mamma da bambina”. Lo afferma in una nota Paolo Sarti, pediatra e consigliere uscente di Toscana a Sinistra, secondo il quale “la medicina scolastica è stata superata perché non aveva più alcun senso. Il pediatra di famiglia conosce la famiglia, il bambino, la sua storia sanitaria ed è quindi la figura privilegiata che può intervenire con competenza sulla sua salute”, “invece il medico scolastico non sa niente di tutto questo e non serve neanche alla struttura”. “Se c’è un positivo in classe non si possono seguire le indicazione del dottore della scuola, dev’esserci un protocollo valido per tutte le strutture scolastiche”, prosegue Sarti, che è candidato alle regionali con Toscana a Sinistra nella circoscrizione Firenze 1. “L’idea del presidente Rossi di reperire medici alle tre Asl anche senza specializzazione, pensionati e da assumere con contratto libero-professionale porterà soltanto nuove spese inutili per la collettività – afferma -. Già abbiamo il problema che i medici pediatri, al pari dei medici di famiglia, hanno un contratto libero professionale e quindi si integrano a fatica nel servizio sanitario pubblico, come possiamo pensare di stipularne ancora un altro?”. “Sulla sanità non ci si improvvisa – conclude Sarti – e ad andare dietro agli umori della gente si fanno soltanto danni. Occorre avere una visione politica nella sanità, complessa e completa ma evidentemente Rossi l’ha persa”. (ANSA).

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