Industria, +8.2% a giugno su maggio. Commercio estero, +16,1% import +14,4% export

La produzione industriale a giugno sale dell’8,2% rispetto a maggio. Lo rileva l’Istat, spiegando che l’aumento mensile ‘segue quello eccezionale registrato a maggio (+41,6%), dopo il crollo dovuto all’emergenza Covid-19’. Su base annua l’indice diminuisce del 13,7%. Anche il commercio estero registra un aumento a giugno, tanto sull’import (+16,1%) quanto sull’export (+14,4%) a giugno, ma l’Istat segnala che nel secondo trimestre il primo è calato del 24,8% e il secondo del 21,8% a causa del forte crollo registrato ad aprile. Su base annua l’export registra ancora una flessione del 12,1% ma in netta attenuazione rispetto a maggio (-30,4%) e aprile (-41,5%). (ANSA)

I COMUNICATI ISTAT

Commercio con l’estero e prezzi all’import dei prodotti industriali
A giugno 2020 si stima una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le importazioni (+16,1%) che per le esportazioni (+14,4%). L’incremento su base mensile dell’export è dovuto agli aumenti delle vendite sia verso i mercati extra Ue (+15,6%) sia verso l’area Ue (+13,3%).
Nel secondo trimestre 2020, malgrado la crescita a maggio e giugno, la variazione rispetto al trimestre precedente resta ampiamente negativa sia per l’export (-24,8%) sia per l’import (-21,8%), a causa del forte calo registrato ad aprile.
A giugno 2020 l’export registra ancora un’ampia flessione su base annua (-12,1%), ma in netta e progressiva attenuazione rispetto a maggio (-30,4%) e aprile (-41,5%); la contrazione è più marcata verso l’area extra Ue (-15,1%) rispetto a quella Ue (-9,2%). La flessione dell’import è più ampia (-15,6%) ma anch’essa in evidente ridimensionamento (era -35,2% a maggio), ed è sintesi del calo degli acquisti da entrambi i mercati, più marcato dall’area extra Ue (-17,9%) rispetto all’area Ue (-13,8%).
Tra i settori che contribuiscono maggiormente alla flessione tendenziale dell’export si segnalano prodotti petroliferi raffinati (-62,1%), mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-24,9%), macchinari e apparecchi n.c.a. (-8,4%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-9,4%) e autoveicoli (-20,5%). In aumento su base annua le esportazioni di computer, apparecchi elettronici e ottici (+12,6%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+2,3%).
Su base annua, i paesi che contribuiscono maggiormente alla caduta dell’export sono Stati Uniti (-22,4%), Spagna (-21,7%), Francia (-9,7%), Regno Unito (-11,2%) e paesi OPEC (-17,1%). In aumento le vendite verso Svizzera (+4,7%), Belgio (+7,5%) e Giappone (+8,1%).
Nei primi sei mesi dell’anno, la flessione tendenziale dell’export (-15,3%) è dovuta in particolare al calo delle vendite di macchinari e apparecchi n.c.a. (-20,0%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-14,0%), autoveicoli (-32,0%), articoli in pelle escluso abbigliamento e simili (-28,4%) e mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-22,0%).
A giugno 2020 si stima che il saldo commerciale aumenti di 531 milioni di euro (da +5.701 milioni a giugno 2019 a +6.232 milioni a giugno 2020). Al netto dei prodotti energetici il saldo è pari a +7.761 milioni di euro (era +8.891 milioni a giugno 2019).
Nel mese di giugno 2020 si stima che i prezzi all’importazione aumentino dello 0,1% su maggio 2020 e diminuiscano del 6,5% su base annua.

Produzione industriale
A giugno 2020 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dell’8,2% rispetto a maggio. Nella media del secondo trimestre, il livello della produzione cala del 17,5% rispetto ai tre mesi precedenti.
L’indice destagionalizzato mensile mostra aumenti congiunturali diffusi in tutti i comparti: crescono in misura marcata i beni di consumo (+9,8%), i beni intermedi (+9,0%), i beni di strumentali (+8,1%) e, con una dinamica meno accentuata, l’energia (+2,1%).
Corretto per gli effetti di calendario, a giugno 2020 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 13,7% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di giugno 2019). Forti flessioni tendenziali caratterizzano tutti i comparti; il calo è meno pronunciato solo per l’energia (-6,2%), mentre risulta più rilevante per i beni strumentali (-16,2%), i beni intermedi (-15,7%) e quelli di consumo (-11,4%).
L’unico settore di attività economica che registra un incremento tendenziale è quello delle attività estrattive (+1,5%). Tra i rimanenti comparti le maggiori flessioni si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-26,7%), nella fabbricazione dei mezzi di trasporto (-26,4%) e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-22,9%).

 

Pulsante per tornare all'inizio