La sistematica restrizione dei fondi e i criteri centralistici e burocratici nelle scarse assunzioni, senza un’efficace valutazione ex-post, stanno da almeno un decennio progressivamente soffocando il capitale umano e la capacit di ricerca nelle scienze di base del nostro Paese. E’ quanto scrivono in un appello contro gli scarsi finanziamenti alla ricerca 57 scienziati italiani che sposano l’allarme lanciato nei giorni scorsi dal presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) Roberto Petronzio e dal direttore della Sissa, la Scuola internazionale di studi superiori di Trieste, Stefano Fantoni. I 57 scienziati dicono che i tagli contrapposti alle decise iniziative di tutti i maggiori Paesi del mondo sviluppato e in via di sviluppo, largamente documentate – si legge nell’appello -, fanno rapidamente perdere all’Italia ogni competitivit in campo scientifico-tecnologico. Facendo cos accumulare un ritardo che richieder decenni per essere invertito se non si tenta di arrestarlo da subito con determinazione e coerenza. Al di l di qualunque interesse di parte, necessario che questo sia percepito come un problema centrale del nostro Paese. Nel mondo globalizzato di oggi – continuano gli scienziati – in gioco, n pi n meno, il suo futuro. Notiamo con preoccupazione che la bozza di Piano nazionale per la Ricerca disponibile sul sito del MIUR – conclude l’appello – non offre precise assicurazioni sul futuro della ricerca di base, rimandando a un lavoro ancora da iniziare di previsti ‘Comitati di indirizzo strategico’, il cui impatto tuttavia si far sentire solo tra molti anni, quando potrebbe essere troppo tardi. (ANSA).
22 minuto di lettura