QUOTE LATTE: CIA, DECRETO INADEGUATO, MEGLIO CHE DECADA

E’ un decreto inadeguato che penalizza gli allevatori onesti che in questi anni hanno rispettato le regole e compiuto, a costo di duri sacrifici, investimenti onerosi. Sarebbe meglio farlo decadere e lavorare, invece, per un’intesa bipartisan in Parlamento, coinvolgendo le Regioni e le organizzazioni agricole. Serve, infatti, un provvedimento equo e veramente efficace per rispondere alle attese non solo del settore zootecnico, ma anche a quelle di migliaia di imprese agricole che chiedono interventi concreti sul fronte della fiscalizzazione degli oneri sociali e delle assicurazioni agevolate per le calamita’ naturali. E’ quanto sostiene il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi alla vigilia di un nuovo grande sit-in a Roma che e’ stato promosso, ancora una volta, insieme alla Confagricoltura.Domani centinaia di produttori di latte, compresi quelli che da settimane hanno organizzato presidi in molte aree del Paese, si sono dati appuntamento in piazza Montecitorio, davanti alla Camera dei deputati, per protestare in coincidenza del voto finale sul decreto. Durante la discussione alla Camera -rileva Politi- il provvedimento licenziato dal Senato e’ stato completamente stravolto. Il decreto risulta discriminante e penalizzante per gli allevatori. Siamo in presenza di una nuova ingiustizia. Ne pagano le conseguenze i produttori che si sono attenuti alle leggi europee e nazionali. Le misure previste premiano cosi’ l’illegalita’.Non si e’ proprio compresa la reale portata della crisi che sta attraversando l’agricoltura nel suo complesso. Il decreto sulle quote latte e gli emendamenti introdotti dalla Camera -afferma il presidente della Cia- evidenziano una grande disattenzione nei confronti delle imprese agricole che, a differenza di altri settori produttivi, non hanno ricevuto alcun sostegno concreto e sono costrette a fare i conti con un’emergenza che diventa sempre piu’ drammatica.Per l’agricoltura -sottolinea Politi- non ci sono soldi veri’. Gli scarsi finanziamenti per il Fondo di solidarieta’ per le calamita’ naturali vengono da una pura sottrazione di risorse gia’ destinate al settore primario. La stessa possibile proroga al 30 settembre 2009 delle agevolazioni previdenziali nei territori montani e nelle zone svantaggiate, in scadenza al prossimo 31 marzo, dimostra lo scarso interesse per le imprese che operano in condizioni gia’ alquanto difficili. E’ indispensabile una misura di carattere strutturale al fine di dare respiro a queste aziende che hanno problemi in termini di minore meccanizzazione, difficolta’ di commercializzazione, frammentazione e polverizzazione fondiaria.asca

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