Pil: nel secondo trimestre tra stagnazione e triple dip

Il prossimo 6 agosto l’Istat comunichera’ la stima preliminare del Pil tricolore del secondo trimestre e non si annuncia un dato esaltante. Il primo trimestre era stato piuttosto deludente: -0,1% su base trimestrale con una crescita acquisita per l’intero 2014, nell’ipotesi di successive variazione nulle del Pil, pari a -0,2%. La nota mensile dell’Istat diffusa nei giorni scorsi segnalava un recupero dell’attivita’ economica piu’ difficile di quanto prospettato. Insomma non ci attendono fuochi d’artificio dal lato della crescita economica. Peraltro il rallentamento ciclico del secondo trimestre sembra interessare l’intera Eurozona, anche qui in relazione alla frenata attesa della Germania, la maggiore economia dell’Euroclub. La Bundesbank ha scritto di economia stagnante nel secondo trimestre. Stesso trend per la Francia. Balla da sola la Spagna che dovrebbe essere cresciuta dello 0,5%, con prospettive di archiviare il 2014 con un promettente +1,3%. Per quanto riguarda l’Italia ci si chiede se il paese riuscira’ ad evitare il triple dip, cioe’ la terza caduta in recessione nel caso il Pil del secondo trimestre, come gia’ accaduto nel primo, dovessero risultare sottozero. Un simile timore aveva interessato la Gran Bretagna nel primo trimestre dello scorso anno, poi fortunatamente i numeri della crescita furono positivi (+0,3%) evitando un terzo giro di giostra con la recessione. Per il Belpaese, le stime degli economisti di primarie banche italiane ed estere contattati dall’Asca forniscono numeri che vedono il Pil del terzo trimestre oscillare, su base congiunturale, tra -0,1% e +0,3%. Non sono numeri da sottovalutare considerando che avranno un impatto sul resto del 2014. Se, nella peggiore delle ipotesi, dovesse uscire -0,1%, anche con una crescita economica pari a +0,4% nel terzo e quarto trimestre, si rischierebbe di chiudere il 2014 a -0,1%. Molti uffici studi avevano gia’ corretto al ribasso le previsioni sul Pil dopo la contrazione della produzione industriale a maggio (-1,2% su mese), non solo su base congiunturale, ma anche in termini di crescita media annua per l’intero 2014 portandola nell’area di +0,2%. Anche l’ufficio studi di Confindustria ha parlato di crescita piatta nel 2014 mentre Bankitalia ha tagliato da +0,7 a +0,2% e su quella dinamica si sono espressi anche l’Abi e il Fondo Monetario Internazionale. Un numero quest’ultimo raggiungibile solo nel caso di una accelerazione ciclica nella seconda parte dell’anno, ipotesi consistente con il miglioramento tendenziale della fiducia delle imprese e la buona tenuta di quella dei consumatori. I numeri del Pil del secondo trimestre saranno a livello aggregato e dunque, a parte l’indicazione generale sull’andamento dei macrosettori, industria, servizi e agricoltura, per comprendere l’andamento delle singole componenti del Pil bisognera’ aspettare la seconda stima. Non ci si attende molto dalla spesa in capitale fisso, la bassa visibilita’ di business non induce agli investimenti e il grado di utilizzo degli impianti resta ancora al di sotto dei livelli pre-crisi. Peraltro la ricostituzione del capitale fisso sui livelli precrisi richiede tempo dopo la distruzione creativa indotta dalla recessione: da una parte distruzione di capitale dovuta alle imprese che hanno chiuso i battenti, dall’altra migrazione di capitale fisso verso altri paesi come effetto della delocalizzazione. Nemmeno dalla spesa per consumi ci si attendono contributi positivi. Qualche nota incoraggiante potrebbe arrivare dalle esportazioni nette ma non eclatante dato il rallentamento ciclico dell’Eurozona. (ASCA)

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