PENSIONI: CGIL, CRISI NON SI RISOLVE CON INNALZAMENTO ETA’ DONNE

La crisi non si risolve con l’innalzamento obbligatorio dell’eta’ pensionabile delle donne. Cosi’ in una nota congiunta la segretaria confederale della Cgil, Morena Piccinini, e la segretaria generale dello Spi Cgil, Carla Cantone, sull’ipotesi di equiparazione dell’eta’ pensionabile tra uomini e donne nel settore pubblico.La nuova proposta, sostengono le due dirigenti sindacali, non puo’ essere spacciata per una grande opportunita’, ma soprattutto non si puo’ scaricare’ sulle donne il peso di una situazione di crisi economica, disconoscendo che le donne hanno un accesso ritardato al mercato del lavoro e una frammentazione della vita lavorativa dovuta alla maternita’, ai lavori di cura dei figli e dei genitori. Inoltre, spiegano, non va dimenticato il fenomeno dei licenziamenti in bianco delle lavoratrici in caso di maternita’ e che oggi rischia di riprendere terreno: anche in questo caso l’attuale governo ha pensato bene di cancellare la legge 1882007 che rappresentava un elemento di garanzia per le lavoratrici cosi’ come per le imprese piu’ serie.La Cgil ha da sempre sostenuto la necessita’ di ripristinare la flessibilita’ dell’eta’ pensionabile: il sistema contributivo – continuano le sindacaliste – non ha senso se non viene introdotta la flessibilita’ in uscita e se non vengono definiti e riconosciuti i lavori usuranti. Come Cgil e come Spi, concludono Piccinini e Cantone, siamo per un confronto di merito non demagogico: non si mettono i giovani precari, i disoccupati, i cassa integrati l’uno contro l’altro ma si costruisca un percorso che dia ai cittadini e alle cittadine italiani certezze e tutela dei diritti.ASCA

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