Una legge regionale che vuole ‘mitigare’ alcuni effetti giudicati negativi del decreto Brunetta per i dipendenti pubblici: quella approvata dalla giunta della Toscana e che ora, come ha spiegato il vicepresidente Federico Gelli, sar al vaglio del Consiglio regionale. Tra le peculiarit , si vuole evitare che i dipendenti che si assentano per patologie croniche possano avere decurtazioni dello stipendio. La legge varr per i lavoratori della Regione e degli enti dipendenti, per un totale di 5.000 persone. Con il decreto Brunetta, si spiega, il dipendente pubblico che si ammala si vede ridotto lo stipendio nei primi dieci giorni di ogni malattia. La Regione propone un bonus di otto giorni l’anno, o comunque pari alla media delle assenze per malattia dell’anno precedente rilevata nel settore privato, cos che nei primi otto giorni di malattia, anche frazionati, al dipendente non sar pi applicata alcuna decurtazione. In ogni caso, esauriti gli otto giorni, gli stipendi saranno tagliati in misura minore. Inoltre la Regione far una direttiva con tutte le patologie croniche o invalidanti (per esempio quelle oncologiche), per le quali non ci saranno decurtazioni. Nessun taglio, inoltre, sar previsto per i ricoveri ospedalieri, per gli infortuni sul lavoro, per chi chiamato ai seggi elettorali e per chi dona il sangue. Un’altra direttiva prevede che ci sar una responsabilit dei dirigenti sulle assenze dei propri dipendenti: loro rischieranno fino al 40% della parte accessoria del loro stipendio, ma a cascata potranno punir in ugual modo i loro controllati, fino al licenziamento.Cambiano anche le regole per le visite fiscali. Per l’Amministrazione diventano facoltative e cambiano le fasce di reperibilit : se il decreto Brunetta le aveva allargate (dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20), la Regione ha reintrodotto le fasce che valgono per il settore privato, ovvero dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19. Per quanto riguarda inoltre i tagli agli stipendi, nella legge si stabilisce che nessuna delle componenti che abbia natura fissa, ricorrente o continuativa debba essere tagliata, e sono salve anche le indennit legate alla mansione o al ruolo del dipendente. Quindi le assenze incideranno solo sulla produttivit e sulle indennit di risultato. Nessuno vuol difendere i furbi e i fannulloni – ha affermato Gelli – ma neppure colpire nel mucchio come fatto da Brunetta. Vedremo ora se il suo decreto ‘correttivo’, recentemente approvato e che rimedia ad alcuni errori fatti dal Governo come le decurtazioni previste nel caso di donazioni del sangue o la modifica delle fasce orarie per le visite fiscali, sar convertito in legge. In ogni caso la nostra legge andr avanti in quanto tocca aspetti di nostra competenza. Gelli ha fatto anche degli esempi: in Regione c’ stato qualche caso di dipendenti che hanno perso, per malattie, molta parte del loro stipendio, fino a trenta euro al giorno. C’ stato un caso limite di un dipendente che guadagna 1200 euro e che, fermo a casa per quattro mesi per una grave amputazione, ha perso 3100 euro. Le visite fiscali, invece, sono costate alla Regione 800 mila euro, a fronte di 300 mila euro risparmiati perch tagliati dagli stipendi dei dipendenti che si sono assentati. Noi – ha concluso Gelli – vogliamo anche investire in efficienza e rispetto dei diritti: non per nulla abbiamo avviato un sistema di controlli incrociati sulle timbrature dei cartellini. In passato ci sono stati quattro casi di persone che timbravano e poi andavano magari a fare la spesa. Sono stati licenziati.(ANSA).
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