Marcia pace: “voce a chi non ha mascherine e cure” Catena umana rispettando norme anti-Covid

“Domenica 11 ottobre diamo voce a chi non ha né mascherine, né disinfettanti, né cure. Ai bambini e alle bambine, alle donne, agli uomini, agli anziani, alle persone con disabilità torturate dal morso della fame e dalle malattie, abbandonati sotto le bombe e l’occupazione, nelle mani di dittatori, sfruttatori, carnefici senza coscienza e senza pietà. A tutte le persone che sono in fuga dalle guerre, dall’oppressione, dalla fame e dai cambiamenti climatici”: lo affermano gli organizzatori della Marcia Perugia-Assisi. La manifestazione quest’anno, a causa della pandemia, è in programma in forma statica, con una catena umana lunga 25 chilometri. “Il 24 settembre 1961 – ricorda l’ufficio stampa della Marcia – un piccolo e gracile uomo in difficili condizioni di salute di nome Aldo Capitini riuscì ad organizzare la prima Marcia Perugia-Assisi della pace per la fratellanza tra i popoli. Era la prima volta, in Italia, che si marciava insieme per la pace. Così sarà il prossimo 11 ottobre. E sarà un’altra prima volta. Perché quest’anno la Marcia ‘PerugiAssisi’ si trasformerà in una catena umana”. “Il coronavirus – sottolineano gli organizzatori della manifestazione – non può fermare l’impegno dei costruttori di pace. Non possiamo lasciarci dominare dalla paura”. “La catena umana – spiegano – è una manifestazione sottile, in forma statica, consentita dalla legge, che garantisce le distanze interpersonali di sicurezza. Tutti i partecipanti indosseranno i dispositivi di protezione individuale e si manterranno alla distanza di almeno due metri gli uni dagli altri”. (ANSA).

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