Mafia: riciclaggio per clan Tagliavia, 29 a processo. Ergastolo Ostativo, mobilitazione Fond. Caponnetto

Continua la mobilitazione social della Fondazione Antonino Caponnetto in difesa dell’ergastolo ostativo.

“Continua la mobilitazione social della Fondazione Antonino Caponnetto in difesa dell’ergastolo ostativo in particolare e più in generale per la normativa antimafia e antiterrorismo che sono oggi in serio pericolo.
Dopo il successo dell’iniziativa social di ieri 5 aprile con i tanti messaggi video arrivati al ‘Gruppo Giornata di Mobilitazione in Difesa dell’Ergastolo Ostativo e 41 bis’ il gruppo ha cambiato nome ed ora le prese di posizione, i brevi messaggi video di chi vuole metterci il cuore e la faccia troveranno accoglienza e posto nel gruppoMobilitazione permanente in Difesa dell’Ergastolo Ostativo e del 41bis”.
Una scelta che la Fondazione deve a chi con passione ha aderito alla Giornata, familiari delle vittime, semplici cittadini, giornalisti, parlamentari, una scelta per tenere alta la guardia nella lotta alla mafia.
Appena poi saremo fuori dalla zona rossa scenderemo anche in strada, in Toscana stiamo programmando sit in davanti alla sede della Regione e della Prefettura a Firenze.
Iniziative saranno attuate anche nel resto del paese”

Lo dichiara il Presidente della Fondazione Antonio Caponnetto Salvatore Calleri
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Collegamenti
I VIDEO MESSAGGI
https://antoninocaponnetto.blogspot.com/2021/03/blog-post.html
IL GRUPPO
https://www.facebook.com/groups/169659618319474/
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Mafia: riciclaggio per clan Tagliavia, 29 a processo. 18 patteggiamenti, 3 condanne e un’assoluzione in abbreviato

Si è conclusa con 29 persone rinviate a giudizio, 18 patteggiamenti, 3 condanne e un’assoluzione in abbreviato, l’udienza preliminare nata dalle indagini della Dda di Firenze a carico di presunti esponenti di un gruppo criminale che avrebbe riciclato i proventi illeciti di Cosa Nostra nell’economia toscana, in particolare nelle zone di Prato e Firenze. Secondo i pm Giuseppina Mione e Francesco Sottosanti la presunta associazione a delinquere avrebbe immesso nel circuito economico denaro di provenienza illecita attraverso le creazione di una galassia di 33 imprese con sedi in tutta Italia, in particolare in Toscana, Sicilia e Lazio, tutte aventi per oggetto sociale il commercio dei pallets, le pedane in legno usate per il trasporto e la movimentazione di materiale. Il gruppo criminale avrebbe riciclato, anche attraverso l’emissione di fatture false, oltre 48 milioni di euro di proventi illeciti derivanti degli affari criminali della famiglia mafiosa di Corso dei Mille di Palermo, capeggiata da Pietro Tagliavia. I reati contestati dalla procura sono, a vario titolo, associazione per delinquere, riciclaggio, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni, contraffazione di documenti d’identità e sostituzione di persona. A processo, su disposizione del gup Silvia Romeo, va tra gli altri anche Francesco Paolo Clemente, 44 anni, residente in corso dei Mille a Palermo e arrestato nel corso delle indagini, considerato dagli inquirenti il punto di riferimento della presunta associazione a delinquere.
Nel corso delle indagini, guardia di finanza di Prato e Dda di Firenze hanno ricostruito un flusso illecito di denaro per circa 150 milioni di euro, di cui 39 mln provenienti direttamente da soggetti di Palermo legati alla mafia. Scopo del presunto sodalizio criminale, sarebbe stato quello di riciclare, anche attraverso l’impiego di fatture per operazioni inesistenti, i proventi criminali della cosca mafiosa di Corso dei Mille a Palermo, capeggiata da Pietro Tagliavia, condannato con sentenza irrevocabile per il reato di associazione mafiosa, e figlio di Francesco Tagliavia condannato all’ergastolo per le stragi di via d’Amelio a Palermo e via de’ Georgofili a Firenze. Le fatture inesistenti venivano emesse sia tra aziende interne al gruppo criminale, sia a favore di aziende ad esso estranee, che usufruendo del servizio illegale si garantivano vantaggi fiscali. Le imprese ‘sane’ versavano tramite bonifico alle cartiere facenti capo al gruppo criminale il corrispettivo degli importi falsamente fatturati (per consegne di pallets mai avvenute), che poi veniva restituito in contanti, decurtato del 10%. (ANSA).
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