Mafia: Libera, per 83% italiani i politici l’hanno favorita. Per 81% corruzione in politica

Sondaggio,per 30% corruzione più forte che in epoca Tangentopoli
In Italia emerge la netta consapevolezza della diffusione oramai nazionale (26%) e internazionale (45%) delle mafie. Bocciato l’impegno della politica nel contrastare la mafia: è forte la sfiducia soprattutto confronti di membri del governo, del Parlamento e dei partiti. Ben 83% degli intervistati ritiene che i politici nazionali hanno favorito l’espansione delle mafie in Italia, l’81% degli intervistati ritengono colpevoli i partiti politici e i politici locali. Il 30% degli intervistati ritiene che i fenomeni di corruzione siano più diffusi rispetto all’epoca di tangentopoli. La fotografia è stata scattata da Libera.
I risultati dell’indagine mostrano che ben il 55% degli intervistati valuta negativamente le politiche dello Stato per contrastare la mafia, mentre “l’impegno della politica per contrastare la mafia” è valutato negativamente per il 60% degli intervistati. Una larga maggioranza degli intervistati (66%) valuta positivamente il 41 bis l’impiego del carcere di isolamento per i mafiosi. L’83% degli intervistati ritiene che i politici nazionali hanno favorito l’ espansione delle mafie, segue con 81% i politici locali e i partiti mentre per il 68% degli intervistati ritengono le banche responsabili dell’espansione delle mafie. I settori dove la mafia è più attiva per il 43% degli intervistati riguardano gli ecoreati, in particolare la gestione dei rifiuti, al secondo posto dopo i traffici di droga( 63%). Ma se si include in questa analisi l’altra filiera principale dell’ecomafia, quella del ciclo illegale del cemento, a quel 43% si deve sommare anche il 20% di chi indica l’edilizia come uno dei settori privilegiati dalle organizzazioni mafiose. Dalla risposta del campione intervistato al quesito: “secondo lei la mafia oggi rispetto al passato è più o meno legata ai professionisti e colletti bianchi” emerge anzitutto la netta percezione, espressa dalla grande maggioranza degli intervistati, di una mafia sempre maggiormente legata ai professionisti/colletti bianchi. Appena il 10% del totale pensa che le cose vadano meglio rispetto al passato, cioè che la mafia sia meno legata di prima ai colletti bianchi, mentre la maggioranza (45%) ritiene che lo sia maggiormente e la restante parte (39%) in misura uguale rispetto al passato. I più propensi a rispondere che le cose vadano meglio rispetto al passato sono gli elettori di Forza Italia e della Lega, mentre gli elettori di sinistra e di centrosinistra che pensano allo stesso modo sono in percentuale assai inferiore. Tuttavia è nella destra che si ritrova la percentuale più bassa di coloro che ritengono che le mafia sia oggi meno legata ai professionisti e ai colletti bianchi: gli elettori di Fratelli d’Italia che pensano così sono appena il 5% del totale. La fotografia sulla percezione e presenza delle mafie e della corruzione nel nostro paese nell’anno del Covid è stata scattata da Libera che ha raccolto i risultati dell’indagine curata da Demos su un campione di 995 persone intervistati nel mese di novembre all’interno del Rapporto “Il Triangolo pericoloso. Mafie, corruzione e pandemia” con i commenti tra gli altri di Federico Cafiero de Raho, Roberto Saviano, Romano Prodi, Carlo Cottarelli, Tito Boeri, Franca Maria Rita Imbergamo, Rosy Bindi, Giuseppe Lombardo, Maurizio Landini, Nando Dalla Chiesa e Gian Carlo Caselli. (ANSA).
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Corruzione: Libera, per 81% è in politica e nella società Sondaggio Demos-Libera
Per l’81% degli italiani ‘la corruzione in politica è lo specchio della società italiana’: opinione prevalente nel Nord Est (83%) e nel Sud/isole (84%). Si tratta in prevalenza di persone che si collocano nel centro destra, con un picco di preferenze per la Lega (95%). Un’altra larga fetta dichiara di votare il Movimento 5 stelle (88%). Il 71% degli intervistati ritiene che con ‘l’emergenza Covid-19 la corruzione in Italia si sta diffondendo ancora di più’. E’ quanto emerge dal sondaggio Demos – Libera “Il Triangolo pericoloso. Mafie, corruzione e pandemia”. Alla domanda “secondo lei oggi, rispetto all’epoca di tangentopoli, la corruzione è diffusa meno/allo stesso modo/di più?”, dominano sfiducia e disincanto; il triplo di chi legge un miglioramento ritiene invece che i fenomeni di corruzione siano più diffusi di allora (30% contro il 10%); un’ampia maggioranza (58%) ritiene l’ammontare di corruzione sia equivalente e dunque capillare e sistemico. Le preferenze politiche sembrano incidere in modo rilevante sulle opinioni relative all’andamento della corruzione politica. La tesi dell’immutabilità del fenomeno – oggi come tangentopoli – trova proseliti soprattutto al centro dello spettro politico (70%), ma anche tra gli elettori del M5S (66%). A conferma di una “politicizzazione” del tema, si nota che i giudizi più negativi – oggi c’è più corruzione che ai tempi di tangentopoli – si osservano soprattutto tra gli elettori genericamente di destra (34%), di Forza Italia (40%) e Lega (38%). (ANSA).
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Recovery: Libera, 75% italiani vuole sia speso in sanità Poi scuola e ricerca. Per 70% mafie in aumento con il Covid
La grande maggioranza degli italiani, il 75%, indica la sanità come il settore nel quale devono essere investite maggiormente le risorse del Recovery. Segue la scuola, indicata da oltre un intervistato su tre (35%). Al terzo posto si colloca il mondo dell’Università e della Ricerca (26%), che viene valorizzata dai più giovani (18-34 anni: 35%). E’ quanto emerge dal report di Libera che ha raccolto i risultati dell’indagine curata da Demos su un campione di 995 persone intervistate nel mese di novembre all’interno del Rapporto “Il Triangolo pericoloso. Mafie, corruzione e pandemia”. Fra le istituzioni che, secondo i rispondenti, possono favorire maggiormente la ripresa economica del paese, si trovano praticamente a pari merito le imprese e il governo (38%), seguite da università e ricerca (30%) Significativa la minore considerazione delle amministrazioni locali. In fondo alla lista i partiti politici e i sindacati. Oltre il 70% dei cittadini intervistati ritiene che, spinta dall’emergenza Covid, mafie e corruzione in Italia si stiano diffondendo ancora di più. In particolare la mafia aumenta la sua presenza e il suo potere. Questa convinzione, peraltro, trova “molto” d’accordo più del 50% degli intervistati. Per la precisione: il 55%, per quel che riguarda l’infiltrazione mafiosa. Inoltre, è interessante osservare come, sul piano territoriale, l’attenzione verso l’infiltrazione mafiosa sia particolarmente acuta nel Nord, soprattutto nel Nord Ovest, mentre nel Nord Est è maggiore la sensibilità al fenomeno della corruzione. “Quest’indagine sulla percezione di mafie e corruzione durante la pandemia non è solo un prezioso strumento conoscitivo: è anche un antidoto alla disattenzione e alla “normalizzazione” di mafie e corruzione – commenta Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera – si parla infatti poco e male, da quando la questione Covid ha monopolizzato la scena. E tutto ciò mentre, nonostante il grande impegno di magistrati, forze di polizia e istituti di vigilanza, mafiosi e corrotti continuano ad agire nell’ombra, provocando e diffondendo mali da tempo intrecciati in un abbraccio mortale. Se è vero dunque che da un lato il Covid ha evidenziato piaghe pregresse come le ingiustizie, le povertà, lo smantellamento dello Stato sociale e della sanità pubblica, è anche vero che, passata l’emergenza sanitaria, rischiamo di trovarci con altri problemi ingigantiti perché meno oggetto d’attenzione pubblica e politica. Problemi aggravati dall’indifferenza, dalla sottovalutazione, dalla percezione distorta, cioè dagli ingredienti che da sempre producono una “normalizzazione”. (ANSA).

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