LUCCHINI: LUNEDI’ DUE ORE DI SCIOPERO PER CONVINCERE BANCHE. MIRKO LAMI (RSU FIOM) DA OGGI IN SCIOPERO FAME

Due ore di sciopero per mettere pressione sulle banche. Luned 4 luglio i lavoratori dello stabilimento Lucchini di Piombino e quelli delle ditte d’appalto incroceranno le braccia per due ore, dalle 14 alle 16, per difendere il posto di lavoro. La decisione Š stata annunciata dai sindacati Fim, Fiom, Uilm e della Rsu dello stabilimento durante il consiglio di fabbrica di stamani. L’iniziativa punta a convincere le banche, che entro il 6 luglio dovranno decidere se sostenere la ristrutturazione del debito da 770 milioni di euro del Gruppo Lucchini. Lo sciopero sar… accompagnato da una manifestazione di protesta con corteo dalla portineria dello stabilimento fino alla strada di accesso della citt…. Inoltre i sindacati stanno cercando di ottenere l’autorizzazione per allestire, proprio di fronte all’ingresso della fabbrica, una tenda della sopravvivenza, da cui partir… il resto delle iniziative promosse dai lavoratori.E da oggi Š in sciopero della fame per la salvezza dello stabilimento Lucchini: l’iniziativa estrema Š stata annunciata stamani nel corso del consiglio di fabbrica da Mirko Lami, coordinatore delle Rsu Fiom della Lucchini. Il sindacalista ha deciso di smettere di mangiare da stamani fino a mercoled 6 luglio, il termine fissato dal governo, entro cui le bancheÿdovranno decidere. ÿIeri, nella sede del ministero allo Sviluppo economico, si Š tenuto il tavolo a cui hanno partecipato anche gli advisor delle banche e dell’azienda. Alcuni istituti non hanno sciolto le riserve sul piano, tanto che il sottosegretario Saglia ha chiesto all’azienda un ulteriore margine di manovra fino al 6 luglio. La data entro cui si capir… se le banche daranno l’ok al piano o per la Lucchini saranno avviate le procedure di amministrazione straordinaria. L’ho annunciato in consiglio di fabbrica e intendo mantenere il mio impegno – ha detto Mirko Lami – se vogliamo farci sentire lo dobbiamo fare adesso. Protestare dopo il 6 luglio non servirebbe a niente. (ANSA)

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