L’Italia è campione d’Europa anche di bassi salari, nel 2020 crollo vertiginoso

La Cgil e la Fondazione Giuseppe Di Vittorio presentano i risultati di una ricerca che mette a confronto le dinamiche retributive nazionali con quelle del resto d’Europa. I precari sono ormai tre milioni. Cgil, nel 2020 crollo vertiginoso dei salari, tornati indietro di vent’anni

Crollo vertiginoso dei salari, nel 2020, in Italia. Il calo è generale in tutta Europa, ma non così forte: nell’Eurozona, infatti, la massa salariale cala del 2,4% mentre in Italia del 7,2%. Si torna così sotto i 30 mila euro lordi, vicino ai dati dell’inizio degli anni 2000. A lanciare l’allarme è la Cgil insieme alla Fondazione Di Vittorio in occasione del convegno ‘Salari e occupazione in Italia’.
Sul fronte dei salari le misure di sostegno “hanno attutito in parte questa dinamica, in particolare per un ruolo molto positivo dei sostegni decisi (+17,3 miliardi di euro rispetto al 2019) e sull’occupazione (Eurozona -1,3% e Italia -1,7%) per la funzione positiva del blocco dei licenziamenti e il collegato uso così ampio della Cassa Integrazione”, ha spiegato il presidente della Fondazione Di Vittorio, Fulvio Fammoni.
Ma la dinamica, “sia pur corretta da questa importante integrazione salariale dovuta agli ammortizzatori sociali che porta il calo della massa salariale italiana dal -7,2% al -3,9% cambia poco nel confronto con gli altri paesi, poiché tutte le realtà, sia pure in modo diverso, hanno utilizzato strumenti di tutela. Per meglio comprendere, la Germania senza conteggiare le manovre di sostegno che pure sono state fatte, cala solo del – 0,7% e la Spagna ha comunque impegnato in tutele nel 2020 ben 15 miliardi, una cifra molto simile alla nostra”, ha aggiunto Fammoni.
Nel 2019, guardando ai dati Ocse, l’Italia era l`unico paese tra i maggiori sei dell`Eurozona che non aveva ancora recuperato il livello salariale precedente alla crisi del 2008. Sempre nel 2019 il salario medio italiano era inferiore di circa 9 mila euro rispetto a quello francese e di oltre 12 mila euro in meno in comparazione a quello tedesco.
“Vedremo, nel 2021, che eventuale riequilibrio ci sarà, resta comunque il dato di un fortissimo aumento delle difficoltà delle persone e della povertà, che però non può essere spiegato solo con gli effetti della pandemia”, ha concluso.
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Il comunicato di Cgil Nazionale

Salari: Cgil e FDV, in Italia nel 2020 -5,8%, crollo attutito da ammortizzatori e blocco licenziamenti
Fracassi, Scacchetti “i dati rilevati dalla FDV, nonostante la loro drammaticità, evidenziano un aspetto molto importante: la straordinaria azione svolta dalla contrattazione”
Nel 2020 la massa salariale è calata nell’Eurozona del -2,4% e in Italia del -7,2%, dove l’ingente ricorso alla cassa integrazione (+17,3 miliardi di euro rispetto al 2019) ha contenuto questa caduta e più che dimezzato la riduzione del salario medio (da -5,8% a -2,4%). Contestualmente, l’occupazione ha registrato una flessione contenuta dal blocco dei licenziamenti (Eurozona -1,3% e Italia -1,7%). È quanto emerge dal Rapporto della Fondazione Di Vittorio presentato quest’oggi nel corso di un’iniziativa promossa insieme alla Cgil Nazionale dal titolo: “Salari e occupazione in Italia”.
Dall’analisi emerge anche un altro record negativo dell’Italia che riguarda l’addensamento nelle basse qualifiche professionali: nei due raggruppamenti più bassi della distribuzione dell’occupazione dipendente per gruppi professionali, l’Italia ha il 34% degli occupati contro il 27,8% dell’eurozona. Dati preoccupanti anche quelli sull’occupazione e sul confronto tra i diversi tipi di mercato del lavoro.
In sintesi, afferma il Presidente della Fondazione Di Vittorio, Fulvio Fammoni: “3 milioni di precari, 2,7 milioni di part-time involontari, 2,3 milioni di disoccupati ufficiali (dalla Fondazione Di Vittorio stimati in quasi 4 milioni come disoccupazione sostanziale), mentre il décalage salariale che comunque è previsto in strumenti preziosi di tutela, come gli ammortizzatori sociali, propone uno spaccato davvero troppo alto, ingiusto e insostenibile, di lavoro povero che riguarda il nostro Paese”.
Per la vicesegretaria generale della Cgil Gianna Fracassi e la segretaria confederale Tania Scacchetti, intervenute all’iniziativa: “I dati rilevati dalla FDV, nonostante la loro drammaticità, evidenziano un aspetto molto importante: la straordinaria azione svolta dalla contrattazione nazionale per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori e per i loro diritti. Questo ci indica che la contrattazione va rafforzata fino ad arrivare ad una legge sulla rappresentanza che metta fuori gioco i contratti pirata”. Le due dirigenti sindacali indicano poi alcune priorità: “Rispetto alla legge di Bilancio e al Pnrr abbiamo bisogno di misurare concretamente gli investimenti che permetteranno la creazione di nuova occupazione. Un’occupazione che dovrà essere di qualità poiché non esiste nessuna ripresa senza un lavoro di qualità, elemento fondamentale anche per un modello di sviluppo diverso. Infine, nessun arretramento sulla revisione delle protezioni sociali, va completata la riforma degli ammortizzatori sociali, rendendo il sistema universale”.

ai Link:

– la relazione introduttiva del Presidente FDV, Fulvio Fammoni
Relazione 2 novembre Salari e occupazione (2) (1)

– le slides
Presentazione ricerca 02_11_2021 (2)
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