?Chi chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro?. Questa frase non una dichiarazione di un esponente della Cgil: il comma 3 dell’articolo 51 della Costituzione italiana. Stupisce dunque che l’avvocato Francesco Ferrari ? adesso sindaco di Piombino ? non ne sia pienamente a conoscenza. Delle due l’una: o Ferrari non conosce la Costituzione o la considera carta straccia e dunque non la rispetta. Le dichiarazioni di Ferrari in relazione al dottor Giacomo Termine hanno dell’incredibile e confermano quanto avevamo sospettato: il licenziamento in realt stato determinato da motivazioni politiche, precedente pericoloso per ogni lavoratore pubblico di qualsiasi colore politico. L’amministrazione comunale di Piombino in questo momento non sta garantendo la piena applicazione di un sacrosanto diritto garantito dalla Costituzione. Facciamo dunque appello al Parlamento e al Ministro competente affinch si intervenga immediatamente sulla questione e si torni a garantire anche a Piombino il pieno rispetto della Costituzione. Chiediamo inoltre che della questione se ne parli al pi presto anche in consiglio comunale, magari tramite l’istituzione di una commissione speciale. L’auspicio che l’amministrazione comunale piombinese annulli la decisione di recedere dal contratto di lavoro instaurato con il dottor Termine: sarebbe un segnale importante non tanto per far felice la Cgil quanto per dimostrare che anche a Piombino si rispetta quanto previsto nel dettato costituzionale. Ferrari dimostri insomma di essere il sindaco di tutti non solo a parole, ma anche con i fatti.Fabrizio Zannotti, segretario generale Cgil LivornoSindaco licenziato: Cgil Grosseto, atto illegittimo Renzetti, ‘cancellati 70 anni di conquiste lavoratori e diritti’Il messaggio che arriva da Piombino col licenziamento del sindaco di Monterotondo Marittimo di una chiarezza sconcertante. D’ora in poi si potr fare campagna elettorale anche violando diritti costituzionalmente garantiti. Senza guardare in faccia niente e nessuno. Lo ha detto il segretario provinciale della Cgil di Grosseto, Claudio Renzetti. Licenziare il 23 dicembre Giacomo Termine e comunicarglielo il 24, ammettendo che ha soltanto usufruito di permessi legittimi, stata la ciliegina sulla torta di un comportamento istituzionale dalla cifra autoritaria e intimidatoria nei confronti di un proprio dipendente – ha proseguito Renzetti -. Un atto che sul piano legale non abbiamo alcun dubbio verr riconosciuto come illegittimo. La giurisdizione del lavoro far il suo corso. Per il segretario Cgil, evidente che in questo caso si andati consapevolmente oltre. E che ci richiede una reazione adeguata e trasversale, perch questa scelta minaccia tutti i diritti di qualunque lavoratore, pubblico o privato che sia. Dovesse passare la logica del sindaco di Piombino, con un colpo di spugna verrebbero cancellati settant’anni di conquiste e di diritti. In questi anni la politica spesso andata oltre. Questa volta, pur di colpire la parte avversa, non si accorge nemmeno che sta segando il ramo sul quale sta seduta.(ANSA).
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