LEuropa nasce (o muore) nel Mediterraneo

Mentre continua il drammatico muro contro muro tra Francia e Italia sull?immigrazione, insieme al crescente rifiuto e a spinte xenofobe ed episodi razzisti, la cronaca registra anche molti episodi di solidariet? nei confronti degli immigrati. Si prepara, intanto, la manifestazione di sabato a Roma per fermare la strage di migranti nel Mediterraneo. La Cgil insieme agli altri sindacati e a un cartello di associazioni parteciper? alla manifestazione nazionale che si terr? alle ore 15, in Piazza del Colosseo a Roma.La mobilitazione, indetta nella giornata internazionale del rifugiato, si svolger? in contemporanea a numerose iniziative in altri Paesi europei e africani, perch? ?l’Europa nasce o muore nel Mediterraneo?. Tra le molte adesioni, oltre quella del sindacato di Corso d’Italia, ci sono quelle di Acli, Anpi, Arci Auser, Cir, Cisl, Coordinamento universitario, Emergency, Fiom, Legambiente, Medu, Rete della Conoscenza, Rete della pace, Sbilanciamoci e Uil.Di seguito l’appello dei promotori:Pace, sicurezza, benessere sociale ed economico si raggiungono solamente se si rispettano l?universalit? dei diritti umani di ogni donna e di ogni uomo.La regione del Mediterraneo ? una polveriera ed il mare ? oramai un cimitero a cielo aperto. Dall?inizio del 2015 nel mediterraneo sono morte pi? di1700 persone. L’Europa, per storia, per cultura, per geografia, per il commercio, ? parte integrante di questa regione ma sembra averne perso memoria.Il dramma di profughi e migranti, il loro abbandono in mano alle organizzazioni criminali, il dibattito su come, dove e chi colpire per impedire l?arrivo di uomini e donne che cercano rifugio o una vita dignitosa in Europa, non ? altro che l’ultimo atto che testimonia l?assenza di visione politica da parte dei governi dell?UE.Questa drammatica situazione ha responsabilit? precise: le scelte politiche e le leggi dei governi europei che non consentono nessuna via d’accesso sicura e legale nel territorio dell?UE e costruiscono di fatto quelle barriere che provocano migliaia di morti nel Mediterraneo, nel Sahara, nei paesi di transito, nella sacca senza uscita che si ? creata in Libia. Scelte coscienti e volute che configurano un crimine contro l’umanit?.La risposta dell?UE, confermata nell?Agenda Europea sull?immigrazione, ripropone soluzioni che hanno gi? dimostrato di essere miopi e di produrre effetti opposti agli obiettivi dichiarati.Aumentare le risorse per avere pi? controlli e pi? mezzi per pattugliare le frontiere, anzich? salvare vite umane, ? sbagliato e non fermer? le persone che vogliono partire per l?Europa.I conflitti irrisolti e le guerre hanno prodotto ad oggi, oltre 4 milioni di profughi palestinesi, circa 200.000 saharawi accampati nel deserto algerino, 9 milioni di siriani tra sfollati e profughi, 2 milioni di iracheni sfollati. Il flusso di uomini e donne dall?Afghanistan e dall?inferno della Libia, le persone in fuga dalla Somalia, dall’Eritrea, dal Sudan e da altri paesi africani, da anni ? continuo.Dietro le storie di queste persone oltre a povert?, malattie, dittature e guerre, ci sono interessi politici ed economici internazionali.Guerre, povert?, saccheggio delle risorse naturali, sfruttamento economico e commerciale, dittature, sono le cause all’origine delle migrazioni contemporanee. Essere liberi di muoversi, migrare, deve essere una conquista dell?umanit? non una costrizione.L’Europa deve costruire una risposta di pace, di convivenza, di democrazia, di benessere sociale ed economico, ispirandosi al principio di solidariet? e abbandonando le politiche securitarie, dell’austerit?, degli accordi commerciali neolibertisti., di privatizzazione dei beni comuni. L’Europa deve investire sul lavoro dignitoso, sulla giustizia sociale, sulla democrazia e sulla sovranit? dei popoli.L’Europa siamo noi. Noi dobbiamo fare l’Europa sociale solidale.Le nostre dieci priorit? per uscire dall’emergenza e costruire l’Europa del futuro sono:1. La UE attivi subito un programma di ricerca e salvataggio in tutta l?area del Mediterraneo.2. Si ritiri immediatamente ogni ipotesi di intervento armato contro i barconi che, oltre a non avere alcuna legittimit?, come ribadito dal Segretario dell’ONU Ban Ki-Moon, rischia di produrre solo altri morti e alimentare ulteriori conflitti. Si rinunci all?ennesimo strumento di una pi? ampia strategia di esternalizzazione delle frontiere europee.3. Si aprano subito canali umanitari e vie d?accesso legali al territorio europeo, unico modo realistico per evitare i viaggi della morte e combattere gli scafisti. Si attivi contestualmente la Direttiva 55/2001, garantendo cos uno strumento europeo di protezione che consenta la gestione dei flussi straordinari e la circolazione dei profughi nell?UE.4. Si sospenda il regolamento Dublino e si consenta ai profughi di scegliere il Paese dove andare sostenendo economicamente, con un fondo europeo ad hoc, l?accoglienza in quei Paesi sulla base della distribuzione dei profughi. Ci? nella prospettiva di arrivare presto ad un sistema europeo unico d?asilo e accoglienza condiviso da tutti i Paesi membri.5. In attesa di un sistema unico europeo, si metta in campo, in tutti i Paesi membri, un sistema stabile d?accoglienza, unitario e diffuso, per piccoli gruppi, chiudendo definitivamente la stagione dell?emergenza permanente e dei grandi centri, che ha prodotto e produce corruzione e malaffare. Un sistema pubblico che metta al centro la dignit? delle persone, con il coinvolgimento dei territori, dei comuni, con soggetti competenti, procedure trasparenti e controlli indipendenti.6. Si intervenga nelle tante aree di crisi per trovare soluzioni di pace, senza alimentare ulteriori guerre, o sostenere nuovi e vecchi dittatori, promuovendo concretamente i processi di composizione dei conflitti e le transizioni democratiche, la difesa civile e non armata, le azioni nonviolente, i corpi civili di pace, il dialogo tra le diverse comunit?.7. Si sospendano accordi ? come i processi di Rabat e di Khartoum – con governi che non rispettano i diritti umani e le libert?, bloccando subito le forniture di armamenti.8. Si programmino interventi di Cooperazione per lo sviluppo locale sostenibile nelle zone pi? povere, dove lo spopolamento e la migrazione sono endemici e non si consenta alle multinazionali di usare per interessi privati i programmi europei di aiuto allo sviluppo.9. Si sostenga un grande piano di investimenti pubblici per l’economia di pace, per il lavoro dignitoso e per la riconversione ecologica.10. Si sostenga la rinegoziazione dei dei debiti pubblici ed annullamento dei debiti pubblici non esigibili o prodotti da accordi e gestioni clientelari o di corruzione.Salvare vite umane, proteggere le persone, non i confini!Le organizzazioni firmatarie di questo appello invitano a partecipare alla giornata di mobilitazione internazionale il prossimo 20 giugno 2015 a Roma.

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