Lavoro: sfrutta manodopera al nero, arrestato nel Pisano Dipendenti costretti a lavorare 12 ore al giorno

Dalle prime ore dell’alba, oltre sessanta finanzieri del comando provinciale di Pisa stanno procedendo alla perquisizione di 17 aziende conciarie delle province di Firenze, Lucca, Pisa e Prato e hanno eseguito anche un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un imprenditore cinese accusato di sfruttamento del lavoro. Complessivamente sono stati scoperti oltre 29 lavoratori impiegati al nero. I dettagli dell’operazione saranno illustrati alle 12.30 in una conferenza stampa presso la procura della repubblica di Pisa. Le indagini, spiega una nota della Guardia di finanza, sono state avviate la scorsa estate dopo una serie di controlli mirati presso un’azienda di Bientina (Pisa) che produce articoli di pelletteria per importanti case di moda, intestata a una donna cinese di 59 anni ma di fatto gestita dal figlio, poi arrestato, che impiegava dipendenti cinesi e pakistani. Alcuni lavoratori hanno rivelato agli inquirenti di lavorare, da oltre un anno, 12 ore al giorno percependo circa 2 euro l’ora a fronte di un contratto che prevedeva, invece, 4 ore giornaliere con una retribuzione di 7,5 euro l’ora.Durante il controllo Š stata trovata documentazione extracontabile nascosta in alcuni armadi dove erano state annotate le prestazioni lavorative effettivamente svolte. I lavoratori sfruttati erano soprattutto i pakistani costretti ad accettare condizioni svantaggiose solo per ottenere un contratto di lavoro, necessario per richiedere asilo politico. Dalle indagini Š emerso che l’imprenditore cinese ha proseguito con le sue condotte illecite arrivando anche a intimidire i lavoratori: gli inquirenti hanno infatti ricostruito che poche ore dopo il blitz della finanza in fabbrica il datore di lavoro ha riunito i lavoratori minacciandoli di licenziamento nel caso avessero continuato a collaborare con gli investigatori e li ha obbligati a restituire pi— della met… delle somme gi… versate. I sopralluoghi dell’Asl infine hanno accertato che il lavoro veniva svolto senza alcun rispetto della normativa sulla sicurezza degli ambienti di lavoro e in condizioni igienico sanitarie molto precarie.(ANSA).

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