Per il reclamo di un cliente, un dipendente della catena Mediaworld venne licenziato ma poi, assistito dal sindacato Filcams Cgil, dopo alcune udienze, il tribunale del lavoro di Firenze ha riconosciuto la natura sproporzionata del provvedimento e condannato l’azienda a pagare un risarcimento al lavoratore, riconoscendo dunque la scorrettezza del provvedimento stesso. Lo rende noto la stessa Filcams Cgil ritenendo che la sentenza rappresenti un messaggio per tutti i lavoratori della multinazionale che, da anni, vivono condizioni di tensione e incertezza; ma rappresenta anche un messaggio a MediaWorld che, nei prossimi mesi, dovr riflettere sul proprio operato e sulla logica di alcune scelte. Il dipendente era stato licenziato in tronco dall’azienda dopo oltre 10 anni di servizio in cui ha sempre svolto con attenzione e senso del dovere la propria mansione, tanto da non aver ricevuto mai nessuna contestazione in nessuna forma. Invece, il sindacato Flc Cgil rende noto l’esito positivo di un’altra causa di lavoro in cui il tribunale di Firenze ha annullato il licenziamento di un docente della scuola privata Lorenzo de’ Medici (Firenze), perch aveva svolto attivit sindacale dentro l’istituto. Il tribunale ha annullato il licenziamento del docente anche condannando, contestualmente, il datore di lavoro alla sua reintegrazione nel ruolo. In particolare, nella causa, gli avvocati del lavoratore, Massimo Capialbi e Arnaldo Dettori, hanno chiesto al giudice di accertare la natura discriminatoria e ritorsiva del licenziamento allorch l’azienda aveva contestato al docente di aver inviato ai colleghi, sulle loro caselle di posta elettronica aziendale, l’invito a partecipare ad un’indagine promossa anche da Flc Cgil per approfondire le condizioni lavorative nei programmi Study Abroad a Firenze e in Toscana. Il tribunale ha dichiarato nullo, perch discriminatorio, il licenziamento e condannato Lorenzo de’ Medici srl a risarcire il danno da mancata retribuzione e a sostenere le spese della lite. La sentenza, riporta Flc Cgil, rileva come la comunicazione su temi sindacali e di lavoro tra colleghi non necessiti di alcuna autorizzazione da parte n del datore di lavoro n dei colleghi; il licenziamento quindi giudicato discriminatorio perch comminato per punire il lavoratore per aver svolto attivit sindacale in azienda, e questa valutazione rafforzata dal fatto che Lorenzo de’ Medici, per contrastare l’attivit sindacale, aveva sottoposto a provvedimento disciplinare tutti i colleghi dello stesso dipartimento del lavoratore illegittimamente licenziato. (ANSA).
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