Informati e critici, sfiduciati, ma pronti a reinventarsi perch il lavoro resta lo scopo della propria vita. E la famiglia resta ancora il punto saldo di riferimento. Sono queste le caratteristiche principali del profilo emerso dall?indagine della Fondazione Paoletti riconosciuta dal Miur, dal titolo ‘I giovani e il lavoro, prospettive e ricerca di senso’, condotta su un campione di mille ragazzi italiani tra i 18 e i 34 anni.Sfiduciati dunque sopratutto dalle istituzioni: l?86% dei giovani classe 98-82 si dicono ?per niente? o ?poco soddisfatto? di come queste rispondono sulla questione dell?occupazione giovanile. In particolare, le donne tra i 18 e i 26 anni mostrano maggiore sfiducia, con una tendenza a non evidenziare cambiamenti effettivi derivati dalla governance politica.Il lavoro comunque, si legge ancora nel Report, non percepito esclusivamente come un mezzo per mantenersi, ma per molti giovani l?espressione dello scopo della propria vita. Il 45,7% di loro, infatti, considera il lavoro ?un modo per esprimere le proprie capacit ?, una percentuale di poco inferiore (33,9%) lo vede come ?una scelta che si collega al senso e allo scopo della mia vita?, mentre la minoranza (9,7%) considera ?non importante dare un senso al proprio lavoro?.Ed la necessit di partire da s, attingendo al proprio mondo interno e ai propri valori, a sostenere i giovani intervistati alle prese con le sfide dei tempi attuali. Per essi, infatti, realizzarsi professionalmente significa sentirsi coerenti con le proprie aspirazioni e i propri valori (28,5%) e cercare di formarsi e lottare per un lavoro che piace veramente senza comunque rinunciare alla progettualit futura (27,2%). I pi, inoltre, sono pronti a rispondere alla precariet con adattabilit e processi di reinvenzione di se stessi, mettendo in campo specifiche competenze.Riguardo ai fattori che consentono di realizzarsi professionalmente, infatti, il 31% sceglie ?essere orgogliosi dei propri successi e considerare gli insuccessi come tappe per crescere e migliorarsi?, il 23,9% ?tenersi pronti sia a nuove opportunit che a nuovi ostacoli? e il 20,6% ?sviluppare nuove competenze professionali e tenersi aggiornati?. (Adnkronos)
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