CGIL Regionale Toscana

Main Menu

  • Iscriviti
  • dalle Categorie
    • CGIL
    • Filcams
    • Filctem
    • Fillea
    • Filt
    • Fiom
    • Fisac
    • Flai
    • Flc
    • FP
    • Nidil
    • Slc
    • Spi
    • Silp
    • Archivio
  • dai Territori
    • Arezzo
    • Firenze
    • Grosseto
    • Livorno
    • Lucca
    • Massa Carrara
    • Pisa
    • Pistoia
    • Prato
    • Siena
Sign in / Join

Login

Welcome! Login in to your account
Lost your password?

Lost Password

Back to login

logo

  • Iscriviti
  • dalle Categorie
    • CGIL
    • Filcams
    • Filctem
    • Fillea
    • Filt
    • Fiom
    • Fisac
    • Flai
    • Flc
    • FP
    • Nidil
    • Slc
    • Spi
    • Silp
    • Archivio
  • dai Territori
    • Arezzo
    • Firenze
    • Grosseto
    • Livorno
    • Lucca
    • Massa Carrara
    • Pisa
    • Pistoia
    • Prato
    • Siena
EconomiaSindacato
Home›News Toscana Lavoro›Economia›Lavoro: Cgia di Mestre, con la crisi Covid c’è il rischio di un boom del lavoro nero

Lavoro: Cgia di Mestre, con la crisi Covid c’è il rischio di un boom del lavoro nero

By Ufficio Stampa
Settembre 26, 2020
66
0
Share:

Buona parte dei lavoratori che saranno espulsi dal mercato rischia di rivolgersi – alla fine del blocco dei licenziamenti e degli ammortizzatori straordinari – all’economia sommersa

Se la crisi derivante dai lockdown per coronavirus rischia di lasciare fuori dal mercato del lavoro 3,6 milioni di persone, nel momento in cui verranno meno gli ammortizzatori sociali straordinari e il blocco dei licenziamenti, la conseguenza potrebbe essere l’esplosione dell’esercito degli abusivi e dei lavoratori in nero presenti in Italia.

L’ufficio studi della Cgia di Mestre segnala “che una parte di questi esuberi verrà sicuramente “assorbita” dall’economia sommersa. Non saranno pochi, infatti, coloro che, dopo aver perso il posto in fabbrica o in ufficio, si rimboccheranno le maniche in qualsiasi modo, anche ricorrendo al lavoro in nero. Stiamo parlando di quelle persone che non riuscendo a trovare una nuova occupazione accetteranno un posto di lavoro irregolare o si improvviseranno come abusivi. Grazie a questa scelta riusciranno a percepire qualche centinaia di euro alla settimana; pagati poco e in contanti, tutto ciò avverrà in nero e senza alcun versamento di imposte, contributi previdenziali e assicurativi”.

“Nel 2009, che viene ricordato come l’annus horribilis dell’economia italiana degli ultimi 75 anni – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi degli artigiani, Paolo Zabeo – il Pil in Italia scese del 5,5 per cento e la disoccupazione a livello nazionale nel giro di due anni raddoppiò, passando dal 6 al 12 per cento. Quest’anno, invece, se le cose andranno bene la contrazione del Pil sarà del 10 per cento: una riduzione quasi doppia rispetto a quella registrata 11 anni fa. Alla luce di ciò, è molto probabile, dal momento in cui verranno meno la Cig introdotta nel periodo Covid e il blocco dei licenziamenti, che il tasso di disoccupazione assumerà dimensioni molto preoccupanti”.

La prospettiva, si rileva ancora, è che una volta venuta meno la cassa Covid sia l’economia sommersa a fare da ammortizzatore per questi individui: “Gli ultimi dati disponibili ci dicono che in Italia ci sono oltre 3,3 milioni di occupati in nero e il 38 per cento del totale è presente nelle regioni del Sud. Questo esercito di “invisibili” ogni giorno si reca nei campi, nei cantieri edili, nelle fabbriche o nelle case degli italiani per prestare la propria attività lavorativa. Pur essendo sconosciuti all’Inps, all’Inail e al fisco, gli effetti economici negativi che originano questi soggetti sono “devastanti”. Essi, infatti, producono 78,7 miliardi di euro di valore aggiunto sommerso”.

A livello territoriale sono le regioni del Mezzogiorno ad essere maggiormente interessate dall’abusivismo e dal lavoro nero. Secondo l’ultima stima redatta dell’Istat e relativa al 1° gennaio 2018, in Calabria il tasso di irregolarità è pari al 21,6 per cento (136.400 irregolari), in Campania al 19,8 per cento (370.900 lavoratori in nero), in Sicilia al 19,4 per cento (296.300), in Puglia al 16,6 per cento (229.200) e nel Lazio al 15,9 per cento (428.200). La media nazionale è pari al 13,1 per cento.

0
Shares
  • 0
  • +

Related articles More from author

  • Sindacato

    Cgil Cisl Uil con i sindacati dei militari contro il testo di riforma approvato alla Camera

    Ottobre 1, 2020
    By Ufficio Stampa
  • FiomNews Toscana LavoroSindacato

    Metalmeccanici. Re David (Fiom), distanziati ma non distanti, al via campagna di assemblee

    Febbraio 19, 2021
    By Ufficio Stampa
  • EconomiaNews Toscana LavoroPolitica

    Mafia: Libera, per 83% italiani i politici l’hanno favorita. Per 81% corruzione in politica

    Febbraio 17, 2021
    By Ufficio Stampa
  • FlcSindacato

    Istruzione e Ricerca: diritto sciopero, firmato nuovo accordo tra ARAN e sindacati

    Dicembre 3, 2020
    By Ufficio Stampa
  • FilcamsLivornoSindacato

    Sanità: sciopero a oltranza addetti Cuptel Asl Livorno

    Luglio 23, 2020
    By Ufficio Stampa
  • newsSindacato

    Covid: Cts, servono controlli su mezzi pubblici Necessario evitare assembramenti su bus e metro

    Ottobre 13, 2020
    By Ufficio Stampa

Tweet di Cgil Toscana

Tweets by cgiltoscana

Seguici su Facebook

La CGIL

  • Segreteria e Dipartimenti
  • La Confederazione
  • La Galassia CGIL
  • Coord. Donne
  • Utility
  • Accesso WebMail
  • Archivio Storico Cgil Toscana

Notizie

  • Cronaca
  • Economia
  • Genere
  • Infortuni Lavoro
  • Politica
  • Sindacato
  • Società

Link

  • Collettiva.it
  • Cgil.it
  • Ires Toscana
  • Federconsumatori
  • Sunia
  • Prometeo
  • PEC: segreteria.cgiltoscana@pecgil.it