…pi donne, meno perdite?!Pi donne, meno perdite. E’ questo in sintesi l’articolo firmato Michel Ferrary, professore di management alla Ceram Business School (Istituto di specializzazione internazionale in Francia) e pubblicato dal Financial Times qualche settimana fa( ora onlineÿed per questo che ve lo ripropongo). L’argomentazione questa: le donne sanno gestire meglio i periodi di crisi, senza perdere di vista gli snodi essenziali di un problema, e sono quindi meno spericolate dei colleghi maschi. Questo porta a sviluppare le politiche aziendali in un’ottica di medio-lungo termine. La donna vede lontano. Rischia di meno. E’ pi realista. In conseguenza a ci, per un futuro delle imprese pi solido, le donne sembrano la soluzione.Un esempio su tutti: Hermes ha il 55% di donne dirigenti ed l’unica azienda le cui azioni sono cresciute del 16,8%. Nel 2008 tutte le aziende del Cac (indice che riunisce le principali societ quotate in Borsa a Parigi) con pi donne nelle posizioni apicali hanno limitato i danni della crisi, che comunque ha fatto registrare una perdita del 42%, per esempio la Sanofi (44,8% di donne ai vertici e un calo per azione del 27,3%), la Sodexo (43,39% di donne manager e un 8,3% di calo) e la Danone (38% di donne, il 29,6% di calo del prezzo azionario). La presenza di una massiccia dirigenza maschile , invece, incontrovertibilmente legata alla precipitazione del costo delle azioni. Per esempio l’Alcatel, che ha solo l’8,6% di donne manager, ha avuto una perdita pari al 69,3%, la Renault con il 21,7% di donne e l’81,3% di perdite, e ancora l’Arcelor Mittal con il 12,3% di donne, e il 67,4% di calo. Anche nel settore bancario la situazione la stessa: pi alta la percentaule di donne dirigenti, pi bassa la percentuale di perdita nel mercato azionario.In Italia non esistono, a mia conoscenza, ricerche del genere anche perch come tristemente noto le donne nei Cda sono pochissime e le societ gestite in rosa tutte italiane si contano sulle dita di una mano. Ma sono pronta – mi piacerebbe – essere smentita.ÿBenvenuti a tutti!ÿÿÿÿ 46,6%ÿIn Italia meno di una donna su due lavoraÿÿÿÿÿÿÿÿ 17% in menoA parit di qualifica e incarico, una donna pagata quasi un quinto in meno rispetto ad un collega uomoÿÿÿÿÿÿÿÿ 1 su 5Il 20% delle donne molla il lavoro dopo la nascita del primo figlioÿÿÿÿÿÿÿÿ Occupazione&Natalit ÿEppure la relazione tra tasso occupazione di natalit positiva: pi una donna lavora ed gratificata e maggiore sar anche la probabilit che faccia pi di un figlioÿÿÿÿÿÿÿ UltimiÿLItalia ultima in Europa per fondi dedicati alle politiche famigliari (4,5% del totale delle spese per la protezione sociale, contro l8,2% della zona euro) . Ma prima per quelli dedicati alle pensioni (50,8% del totale contro il 39,6% della zona euro)ÿÿÿÿÿÿÿÿ 10-10ÿEppure L’incremento del numero dei nidi del 10% potrebbe far aumentare la probabilit di lavorare delle donne tra il 7% e il 12% . Un aumento del 10 % del part-time potrebbe inoltre far crescere la probabilit di essere occupata dal 5% al 10%. Numeri e dati estratti dai documenti che trovatenel blog (in particolare nelle rubriche Lo sapevate che, Tre domande a e Documenti utili)
2