Landini: incomprensibile la crisi di governo

Maurizio Landini commenta quanto accaduto nel governo dopo le dimissioni delle ministre di Italia viva. Per il segretario generale della Cgil questo è il momento della responsabilità e del coinvolgimento delle parti sociali nella discussione sul futuro del Paese
“A nostro giudizio è una crisi poco comprensibile”, è il primo commento del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dopo l’annuncio del leader di Italia viva, Matteo Renzi, del ritiro delle sue ministre dalla compagine di governo. Intervenendo al programma economico di Rainews24, Landini ha dichiarato che “è singolare che si approvi il piano per il Recovery fund e si annunci il voto allo scostamento di bilancio e poi ci si dimetta dal governo: non è quello di cui ha bisogno il nostro Paese. C’è invece bisogno di dare risposte con il coinvolgimento delle parti sociali”.
Il leader della Cgil chiede che “il governo faccia una discussione esplicita su come andare avanti”, perché questo “è il momento della responsabilità, è il momento di dare soluzioni ai problemi delle persone, come il lavoro, la salute e la sicurezza, senza disperdere l’opportunità storica di fare finalmente riforme e investimenti di cui il Paese ha bisogno”.
Landini si è espresso quindi sul Piano nazionale di ripresa e resilienza approvato dal governo per l’utilizzo delle risorse messe a disposizione dal Recovery fund: “Rispetto alle bozze circolate siamo di fronte a qualcosa di diverso ed è un’utile base per il confronto. Ancora non ci sono stati incontri ufficiali, ma da una prima lettura vediamo che ci sono alcune cose che vanno cambiate e migliorate, come ci sono da definire bene i risultati attesi. È utile l’aumento della quota degli investimenti, mentre ci sembra ancora troppo alta quella degli incentivi e soprattutto bisogna definire i risultati attesi in termini di occupazione per i giovani, le donne e il mezzogiorno. Sicuramente servono scelte che colleghino gli investimenti a una vera politica industriale per il nostro Paese”.
Il leader della Cgil ha poi ribadito come priorità la necessità che “si attivi un confronto con le parti sociali:  la riprogettazione deve essere fatta con un processo democratico di coinvolgimento”  e cancellando inoltre il lavoro precario, che “è il vero dramma e la fonte di insicurezza delle persone”.

di Simanona Ciaramitaro da collettiva.it

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