La sfida toscana del riordino istituzionale

La mobilitazione delle lavoratrici e lavoratori delle Province, che in questi mesi ha visto impegnata la CGIL e la FP CGIL in inziative, manifestazioni, presdi e occupazioni in tutto il territorio regionale ha avuto una parola d’ordine chiara: difesa dei servizi pubblici. La Legge di stabilit? del Governo Renzi ha infatti ridotto di 1 miliardo di euro le risorse per l’anno 2015, 2 miliardi per il 2016 e 3 miliardi dal 2017. Un taglio che oltre a mettere in ginocchio gli Enti Provincia e quindi la continuit? nell’erogazione dei servizi da parte di questi Enti, di fatto rischia di vanificare la riforma Delrio che lo stesso Governo aveva varato solo qualche mese prima.Di fronte a questo caos normativo e finanziario, avevamo due strade: la prima, cavalcare la legittima protesta. E l’altra, sollecitare la Regione ad individuare una strada che provasse a riformare il sistema, riqualificando i servizi e dando risposte a cittadini e lavoratori. La Regione ? intervenuta, unica in Italia, individuando un percorso di riordino delle funzioni improntanto ai principi di sussidiariet?, adeguatezza, differenziazione e semplificazione dei processi decisionali. L’iter consiliare di approvazione della legge ? in corso, ed ? fondamentale che questo venga accompagnato dal confronto e da un necessario accordo con le organizzazioni sindacali.Il riordino delle funzioni delle Province per la CGIL deve rappresentare l’occasione per riqualificare i servizi, per migliorare il rapporto tra i cittadini e le amministrazioni pubbliche, per sburocrattizare e snellire le procedure. Questo lo si pu? fare semplificando i percorsi ma strutturando tutte le attivit? di servizio, a partire da quelle che verranno riallocate su Regione e Comuni fino ad arrivare a quelle che rimarranno nelle Province. Manutenzione delle scuole e delle strade, servzi di tutela del territorio (a partire da quelli legati al dissesto idrogeologico), Protezione Civile, Centri per l’Impiego e politiche della formazione sono tutte attivit? e servizi che devono essere efficientati ma il cui valore e la continuit? nell’erogazione non pu? essere messo in discussione. Questo ? possibile solo attraverso una riorganizzazione che garantisca la continuit? dei servizi attraverso la valorizzazione della professionalit? delle tante lavoratrici e lavoratori pubblici, precari e del sistema degli appalti e delle partecipate delle Province che da anni sono impegnati nelle attivit? di servizio diretto ed indiretto ai cittadini.

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