Nei giorni scorsi si riaccesa l?attenzione e la discussione sullo stato del Servizio Sanitario Pubblico e sul suo futuro. In un suo intervento il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi sostiene che la Sanit pubblica un parametro di percezione diretta del modello sociale di riferimento, ed ha indubbiamente ragione.Ma cosa succede in Toscana?La riorganizzazione degli ospedali e la continuit territoriale nella loro declinazione regionale avevano il compito di concentrare anche fisicamente i luoghi degli interventi medici e chirurgici, mantenendo ?equa? la loro distribuzione geografica e al contempo qualificate ed efficaci le strutture operative, garantendo la funzionalit positiva del sistema.Insieme a questo, infatti, il territorio doveva accogliere adeguati presidi sanitari e sociosanitari, affinch la ?produzione? di salute potesse essere distribuita secondo le esigenze dei vari distretti e delle loro comunit . Proprio in Toscana queste due fasi non si sono allineate in quanto gli ospedali sono stati riorganizzati, i posti letto sono diminuiti cos come gli organici, mentre nel territorio non sono sufficienti le azioni messe in campo per l?assistenza sanitaria e sociosanitaria. Questo sfasamento all?origine di alcuni problemi che si sono verificati recentemente nei Pronto Soccorso ospedalieri, perch chi non trova le risposte nel territorio ritorna per forza di cose all?ospedale. Va detto, ad onor del vero, che non mancano in Toscana le eccellenze ospedaliere e territoriali, ma, come spesso succede, quando emergono i problemi questi fanno sempre notizia dando un quadro del sistema pubblico negativo e frammentato. L?idea di sostenere il Servizio Sanitario Pubblico dovrebbe fare leva sulla rigenerazione delle condizioni di sistema in Toscana e farlo attraverso politiche regionali che riavvitano ci che si allentato e registrano continuamente la macchina. C? bisogno di coinvolgimento istituzionale e sociale a tutti i livelli e in tutti i gangli delicati del sistema. Una specie di ?cura continua del sistema della salute?.E? un?operazione sicuramente impegnativa, ma decisiva per difendere e sviluppare il servizio pubblico che necessit di un salto di qualit nella direzione del territorio, laddove esistono senza dubbio criticit complesse da affrontare. Qui evidente uno scarso protagonismo degli amministratori locali, mentre proprio dai territori matura e cresce un bisogno diffuso e differenziato, che sta a noi intercettare e organizzare. Tutto questo naturalmente non pu fare a meno delle necessarie risorse pubbliche che devono alimentare tutto il sistema (organici, strutture, servizi e prodotti) non accettando l?idea che ormai non si pu spendere oltre i limiti imposti dal Fiscal Compact e dall?equilibrio di bilancio introdotto nella nostra Costituzione. Per inciso oggi la spesa sanitaria al 6,7% del PIL, valore al di sotto della media dei Paesi UE che al 7,3%, ma dovrebbe scendere nel 2018 secondo le stime del DEF al 6,4% prospettando un definanziamento per la Sanit pubblica, sempre meno comprensibile. Su questo punto la politica e le Istituzioni devono intervenire per non rinunciare al proprio ruolo, impedendo cos che si affermi un altro modello sociale che abbandona la fiscalit progressiva, decisiva per una equa redistribuzione della ricchezza come per la coesione di qualsiasi comunit . Una politica che si rinchiudesse senza strategia in una asfittica attivit ragionieristica, aprirebbe la strada della privatizzazione della sanit pubblica, come di tutti i servizi. E qui il cerchio potrebbe chiudersi a meno di un ribaltamento del pensiero unico dominante: se vuoi i servizi, devi pagarli. Un ribaltamento che la Cgil considera necessario per riavvicinare i cittadini alla buona politica e costruire partecipazione e controllo dal basso dei beni comuni tra cui la salute. Su questo ribaltamento, che punti a recuperare sprechi e inefficienza e su questo orizzonte di difesa del modello sociale che abbiamo conosciuto per innovarlo e svilupparlo, la CGIL si impegnata accettando la sfida. Adesso la Regione deve impegnarsi nelle verifiche e in un primo bilancio, proprio nell?ottica richiamata della ?cura continua del sistema della salute?.Firmato: Mauro Fuso Segretario CGIL Toscana
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