? scaduto da undici anni il contratto di lavoro dei lavoratori della sanit privata. Non stupisce dunque che in questo comparto, che in forte crescita da un punto di vista numerico (effetto anche del ?restringimento? della sanit pubblica), cresca la mobilitazione. Oggi, 17 luglio, i lavoratori della sanit privata sono scesi in piazza a Torino, seguir la Lombardia, ma sar autunno caldo in tutta ItaliaI sindacati chiedono ?che finalmente anche ai lavoratori di questi comparti si possa riconoscere la giusta remunerazione, dal momento che la qualit delle prestazioni erogate la stessa sia nel pubblico sia nel privato. Il terzo settore e la sanit privata sono servizi che erogano prestazioni legate alle persone. La qualit , la professionalit e la competenza sono aumentati in questi anni, ma con esse sono aumentate anche la complessit dei pazienti e soprattutto i carichi di lavoro, poich il turnover non sempre garantito in tutte le aziende?.La richiesta dei sindacat di impegnarsi ?a inserire negli accordi e nelle regole di accreditamento l’attenzione ai lavoratori, soprattutto nei frequenti cambi di appalto e trasferimento di propriet , dove il pi fragile sempre la persona che eroga direttamente l’attivit , il lavoratore dipendente?. Nelle strutture gestite da realt del terzo settore, hanno ricordato i sindacati, ?le tecnologie biomediche, la clinica medica, l’evoluzione del sistema sanitario, la riduzione delle giornate di degenza e con essa la riduzione dei costi alberghieri sono una serie di indicatori che hanno permesso sicuramente maggiore vantaggio economico a chi eroga prestazioni sanitarie, soprattutto per i pazienti acuti. Nulla arriva di tutto questo ai nostri lavoratori, che anzi non vedono da circa undici anni il rinnovo del contratto. Anche nella sanit privata cresce la complessit delle prestazioni, a causa delle dimissioni sempre ‘pi precoci’ e un’aumentata capacit di gestire aspetti sanitari all’interno di strutture socio sanitarie. Purtroppo le Regioni non riconoscono questi cambiamenti gestionali e non aumentano le quote sanitarie da assegnare a questi servizi?. Fonte rassegna.it
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