La parola antifascista, la FNSI aderisce all’iniziativa promossa dall’Espresso domani a Roma
La Federazione nazionale della Stampa italiana aderisce all’iniziativa antifascista promossa dall’Espresso dopo l’aggressione ai due cronisti del settimanale, Federico Marconi e Paolo Marchetti, nel corso di una manifestazione in ricordo dei morti di Acca Larentia nei pressi del cimitero monumentale del Verano, a Roma.®Il sindacato dei giornalisti ritiene che vada tenuta alta la guardia sul numero sempre maggiore di aggressioni in puro stile squadrista ai danni dei giornalisti e invita le autorit preposte ad adottare le dovute misure di contrasto e di repressione. Questi episodi non possono essere considerati fenomeni di folklore e richiedono una reazione decisa da parte di tutti, a cominciare dal Viminale¯, affermano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della FNSI.®Come gi annunciato in occasione della visita alla redazione dell’Espresso nei giorni scorsi, la FNSI si costituir parte civile nel procedimento a carico dei responsabili dell’aggressione e promuover un’iniziativa pubblica con i giornalisti aggrediti o minacciati da esponenti di formazioni neofasciste e neonaziste per richiamare l’attenzione di tutti sulla gravit del fenomeno e sulla necessit di tutelare, attraverso il lavoro dei cronisti, il diritto dei cittadini ad essere informati¯, concludono Lorusso e Giulietti.La parola antifascista: vediamoci tutti a RomaDopo l’aggressione degli estremisti di destra ai nostri giornalisti, L’Espresso vi d appuntamento sabato 12 gennaio alle 10.30 al cinema Nuovo Sacher di Roma per discutere, confrontarci, emozionarci, riflettere. Con noi anche Zoro, Fabrizio Gifuni, Michela Murgia e tanti altri esponenti della societ civile.Ti sparo in testa. Parlano cos i capi e i capetti dell’estrema destra romana e italiana, lo abbiamo sentito, il loro linguaggio. Non sono mai andati via, basta leggere le loro biografie, il loro romanzo criminale e politico. Ma ora si sentono rinati a nuova vita, sono ringalluzziti dalla certezza di avere il vento della storia di nuovo dalla loro parte, dal contesto in cui si agitano, dal sentimento dell’impunit . Hanno aggredito, minacciato, insultato il nostro cronista Federico Marconi e il photoreporter Paolo Marchetti, li hanno costretti a consegnare i documenti di identit e gli strumenti di lavoro, uno di loro stato percosso. Un gruppo di neofascisti alza le mani contro i giornalisti che lavorano per documentare, raccontare, informare. ? tutto successo davvero. ? successo a Roma il 7 gennaio 2019, una giornata particolare.Ci sono quelle parole che abbiamo ascoltato: ti sparo in testa. Quelle che non abbiamo sentito: la condanna dell’accaduto da parte di chi, come il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha il compito di vigilare sull’ordine e sulla legalit di un paese costituzionale e democratico come l’Italia.Per questo sentiamo il bisogno di incontrarci. Per dirci di persona una parola antifascista. La parola antifascista, cos come antifascista il pensiero, e poi il ragionamento, il dialogo, il dubbio, l’ironia, l’accoglienza di chi diverso da te. Lo facciamo con i giornalisti dell’Espresso, e con gli studenti, i volontari, gli intellettuali e gli artisti, i testimoni del nostro tempo e del tempo che abbiamo giurato di non dimenticare e che invece non ricordiamo.L’Espresso incontra i suoi lettori e tutti i cittadini che vogliono partecipare al cinema Nuovo Sacher, dove Nanni Moretti proietta il suo ?Santiago, Italia?, sabato 12 gennaio alle 10.30 per discutere, confrontarci, emozionarci, riflettere, senza rassicurazioni e auto-consolazioni, perch non di questo abbiamo bisogno. Ma di rimettere insieme pezzi disorganizzati, ricucire fatti lontani per trovare una spiegazione a quanto accade. ? il nostro mestiere di giornalisti. Forse pi fastidioso, in tempi di vuoto culturale e politico, di appiattimento sul presente, di distruzione della memoria. Pi necessario, sicuramente. Marco Damilano