LA CRISI CI COSTRINGE A SCELTE EPOCALI. CE UN UNICO ORIZZONTE: LEUROPA DEI CITTADINI

L’unit? politica e sociale, con istituzioni democraticamente legittimate, da una parte; i populismi e i nazionalismi, che stanno facendo breccia anche nelle classi popolari e nel mondo dei lavoratori,dall’altra. Di fronte a questi due scenari, la crisi economica ci costringe a scegliere che tipo di Europa vogliamo. E ad impegnarsi per realizzarlo. Il quadro che abbiamo davanti anche a livelloeuropeo ? allarmante: il lavoro ? sempre pi? precario, la disoccupazione aumenta dappertutto, le conquiste sociali vengono continuamente attaccate e messe in discussione. Stessa musica per il welfare, dopo decenni di lotte che hanno portato i cittadini europei ad avere il sistema di coperture sociali pi? avanzato del pianeta. Senza contare l’aumento delle diseguaglianze tra i Paesi e anche tra le classi sociali: i pi? ricchi diventano sempre pi? ricchi, i pi? poveri diventano sempre pi? poveri. E’ in queste fasi che il seme del populismo, del nazionalismo, dell’egoismo sociale e dell’isolazionismo ha pi? possibilit? di crescere. Per questo, tutte le forze che credono nel progresso, nella civilt? e nellademocrazia devono capire la particolarit? del momento e unirsi per una vera e propria costituente dell’unit? europea, verso quella Europa politica che sia portatrice di stabilit? economica e democratica. Noi ci proviamo, perch? ci crediamo e perch? vogliamo lasciare a chi viene dopo di noi un’Europa accogliente, solidale, economicamente in salute ed equa. E sabato invitiamo tutti a Firenze a manifestare in piazza con il Mfe (Movimento Federalista Europeo) per gli Stati Uniti d’Europa”. Un vero e proprio appello a tutte le forze politiche, economiche, sociali, civili convinte che l’Europa sia l’orizzonte giusto e obbligato da seguire, fino alla creazione di una “agenda europea” come base prioritaria di ogni agire pubblico. Ci attendono scelte epocalisull’economia, sulla sostenibilit? dello sviluppo, sulla Societ?, sullo Stato, sulla partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. Non possiamo permetterci che a tirare le fila siano i soliti pochi. L’Europa ha sempre anticipato la Storia. Ora, non possiamo permetterci che ne finisca fuori,perdendo il senso di se stessa, delle sue conquiste e della sua cultura.”

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