La Carta dei Diritti per un nuovo modello di sviluppo: intervento di Dalida Angelini su Toscana24-Sole24Ore

Marco fa l’architetto, ha una Partita Iva e non riesce a pagare i contributi previdenziali. Giada lavora come impiegata, Š precaria e non fa un figlio perch‚ teme di perdere il lavoro, a differenza dei suoi colleghi assunti a tempo indeterminato. Francesca fa la commessa come associata in partecipazione e la domenica vorrebbe stare con la sua famiglia, ma non pu•.Tre storie dei nostri giorni, tre storie emblematiche che raccontano di un mondo del lavoro frantumato. La crisi che stiamo subendo non Š un castigo divino ma la conseguenza di precise scelte politiche ed economiche degli ultimi 20 anni, come quella di marginalizzare il lavoro a favore di una ubriacatura quasi collettiva che ha visto nell’economia di carta la soluzione per la crescita illimitata. Ma poco o nulla si fa per invertire la tendenza dei fatti, anzi si sono prodotte leggi che – nonostante le dichiarazioni e la lettura dei dati a senso unico – hanno svalorizzato il lavoro.Per la Cgil il 2016 vuole essere l’anno dei diritti, dopo 20 anni che hanno messo in discussione il diritto del lavoro come lo abbiamo conosciuto. Per questo abbiamo proposto la Carta universale dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori: offriamo al Paese e ai lavoratori una nuova idea di modello di sviluppo, unificando i diritti del mondo del lavoro. Questo deve valere sia per i lavoratori dipendenti subordinati ma anche per tutti quei lavoratori autonomi ed economicamente subordinati. Vogliamo che i diritti stiano in capo alle persone, non al tipo di contratto che hanno. Un lavoratore pu• essere subordinato, ma questo non significa che debba essere subalterno: e se un diritto Š tale deve essere universale, altrimenti pu• essere visto come privilegio e pu• essere tolto.Lo Statuto dei lavoratori era pensato per una sola tipologia di rapporto di lavoro, mentre oggi la distinzione che nel 1970 appariva chiara tra lavoro subordinato a tempo indeterminato e lavoro autonomo non c’Š pi—, sia per le moltiplicazioni delle tipologie di rapporti di lavoro, sia perch‚ la stessa modalit… in cui si organizza il lavoro Š completamente cambiata.La Carta consta di 97 articoli, redatti dalla Cgil nazionale con giuristi ed esperti del settore. Stiamo lanciando una grande operazione di democrazia, partecipazione e coinvolgimento, al nostro interno e al nostro esterno: in Toscana la Carta sta girando in migliaia di assemblee dei lavoratori, nelle fabbriche e nelle aziende. Da aprile inizier… la raccolta firme verso la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare.La Carta Š divisa in tre parti: nella prima sono definiti i diritti che dovranno essere riconosciuti a tutti i lavoratori, come ad esempio il riposo, la maternit… e la paternit…, il diritto a essere informati sulle proprie condizioni di lavoro e alla sicurezza, la libert… di espressione, il diritto a non essere discriminati e quello alla riservatezza, l’equo compenso, gli ammortizzatori sociali e il sostegno al reddito, il diritto alla tutela pensionistica.La seconda parte della Carta Š dedicata alla contrattazione, che deve essere inclusiva e avere valore per tutte le figure di un settore, insomma attiene alla democrazia e al voto dei lavoratori e del potere contrattuale, un tema questo che riguarda le organizzazioni sindacali dei lavoratori, ma riguarda anche le organizzazioni datoriali attuando per questa via l’articolo 39 della Costituzione, con l’obiettivo principale di ripristinare il giusto rapporto tra leggi e contrattazione. Ma soprattutto la contrattazione, con il recupero del suo primato, deve riappropriarsi di produrre partecipazione attiva, quindi non solo minimi contrattuali con valore erga omnes, ma avanzando sul terreno della codeterminazione e della democrazia economica.Infine, l’ultima parte, dedicata al riordino delle tipologie contrattuali. Con un’attenzione ai nuovi fenomeni, come l’esplosione dei voucher o la trasformazione dell’apprendistato, visto che sembra sempre pi— complicato ricevere un’autentica formazione.La nostra non Š una battaglia difensiva, che guarda al passato; intendiamo rivolgerci al futuro. Bisogna innovare e proporre temi nuovi che, oltre a voler ridare diritti, democrazia e dignit… al lavoro, leggano il cambiamento. Certo che serve una tutela contro i licenziamenti ingiustificati, ma noi non raggiungeremo i nostri obiettivi solo abrogando le leggi che ci sembrano ingiuste, perch‚ non basterebbe. Bisogna anche costruire.(intervento di Dalida Angelini su Toscana24, il sito toscano del Sole24Ore)

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