Istat, per il 38,8% imprese seri rischi di sopravvivenza

“L’impatto della crisi sulle imprese è stato di intensità e rapidità straordinarie, determinando seri rischi per la sopravvivenza: il 38,8% delle imprese italiane (pari al 28,8% dell’occupazione, circa 3,6 milioni di addetti, e al 22,5% del valore aggiunto, circa 165 miliardi di euro) ha denunciato l’esistenza di fattori economici e organizzativi che ne mettono a rischio la sopravvivenza nel corso dell’anno”. Lo ha sottolineato Roberto Monducci, direttore del dipartimento per la produzione statistica dell’Istat, nel corso dell’audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame del Programma nazionale di riforma per l’anno 2020 e della Relazione per il nuovo scostamento di bilancio.
Il direttore ha evidenziato un “rischio di sostenibilità dell’attività produttiva di qui a fine anno” sottolineato dalle aziende, laddove uno dei punti di maggiore criticità evidenziato dalle aziende sta nel credito e nel ruolo delle banche.
Un ulteriore fattore di instabilità, ha spiegato Monducci, è “La presenza di una consistente porzione di occupazione non regolare rappresenta un fattore di fragilità per un numero elevato di famiglie”. “I principali indicatori riferiti al 2019 – ha spiegato – mostrano ampie e crescenti diseguaglianze nel mercato del lavoro del nostro Paese. Gli effetti dell`epidemia hanno cominciato a manifestarsi quando gli uomini, i giovani, il Mezzogiorno e i meno istruiti non avevano ancora recuperato i livelli e i tassi di occupazione del 2008”.
“Nella media del triennio 2015-2017 circa 16 milioni di famiglie ha almeno un occupato, e di queste circa 2,1 milioni ha almeno un occupato irregolare (vi afferiscono oltre 6 milioni di individui, circa il 10% della popolazione): la metà di queste famiglie (poco più di un milione) ha esclusivamente occupati non regolari. In generale, le famiglie con occupati non regolari presentano una incidenza più elevata nel Mezzogiorno, in corrispondenza dei nuclei ove sono presenti cittadini stranieri e fra quelli senza minori. Questi caratteri si accentuano se si considerano i nuclei con soli occupati non regolari”, ha spiegato il direttore.
TN da ildiariodellavoro.it

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