L’Istat ha fotogafato un paese nel quale al sud solo 2 donne giovani su 10 hanno un lavoro. Non passa giorno nel quale qualcuno, in Italia, perde il lavoro. Trascorreranno invece troppi giorni senza che il lavoro qualcuno lo trovi. Sono gi? migliaia le vertenze aperte nel Paese, un centinaio da noi in Toscana con almeno 18 mila persone coinvolte. A queste vanno aggiunti i cassintegrati, i lavoratori in mobilit?, quelli messi nel limbo degli esodati dalla ministra Fornero, i disoccupati.Spero di sbagliare ma credo che le politiche recessive mieteranno nuove vittime, e con l’anno nuovo la stretta sul credito che si determiner? con l’avvento di “Basilea 3″ metter? un’ulteriore ipoteca su moltissime piccole imprese artigiane e non. Il lavoro dovrebbe essere la priorit? del Paese: lo ? in Europa, lo ? persinoi negli Stati Uniti dove la riconferma o meno del presidente Obama passa pi? che dai dibattiti, dal risultato occupazionale. Da noi invece la questione lavoro ? affidata al carico di esasperazione e di disperazione che le persone manifestano. Con il passare del tempo questi fenomeni si stanno coniugando con un profondo senso di disillusione e tutto ci? provoca un allentamento dei processi di partecipazione democratica.Sta a noi rompere il binomio rassegnazione-esasperazione e rimettere in moto un processo democratico di mobilitazione di massa che ridia fiducia e prosepettiva alle ragioni del lavoro e del Paese.Unire e unificare la moltitudine di lotte e di iniziative che si muovono nel territorio, ridare speranza ai milioni di italiani, in primo luogo giovani che cercano lavoro o che rischiano di perderlo.Cambiare davvero l’agenda politica del Paese e non il copione dello spettacolo con il quale si pensa di farsi spazio nella carriera politica per poi continuare come sempre a guardare altrove piuttosto che al lavoro e all’occupazione.Il nuovismo ? la nuova moda del conservatorismo. Per questo abbiamo deciso la manifestazione nazionale per il lavoro del 20 ottobre a Roma. Anche per questo vale la pena mettersi subito al lavoro per essere in molti. Almeno tutti quelli che credono che serva un’alternativa a quel liberismo che ci ha portati sin qui.”
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